TOMMASO DI CIAULA .. “TUTA BLU”

di Sandro Sardella

le Edizioni Alegre nel 2022 .. nella collana Workingclass curata da

Alberto Prunetti .. hanno rieditato il mitico “Tuta blu” dello scrittore

e poeta Tommaso Di Ciaula (1941 – 2021) .. la prima edizione nel 1978

per Feltrinelli nella collana Franchi narratori .. è quella che lessi che

ancora conservo un poco consunta e .. che in questi giorni uggiosi ho

riletto .. stimolato da un amico che si sta divorando tutta la collana

Workingclass ..

Tommaso Di Ciaula era uno di quegli autori chiamati “selvaggi” che

con Guerrazzi Brugnaro Di Ruscio Voller mi è stato da esempio .. per

me che negli anni ’70 ero un giovane operaio metalmeccanico e che

.. chiacchierando con Giovanni Garancini sognava di fare una rivista

che facesse emergere e incontrare il brulicare di scritture dal mondo

della fabbrica e .. poi nacque “abiti-lavoro” (1980/1993 .. oltre mille

pagine etc)  .. bla bla  (in questi tempi un rinnovato interesse ha rotto

il silenzio regalatoci dalla Kultura .. grazie al lavoro di Prunetti e alla

nostra presenza al 2° Festival di letteratura Workingclass alla GKN a

Campi Bisenzio .. una tesi di laurea all’Università di Firenze data

Dalla Dott. Monica Dati .. che presto sarà pubblicata .. un evento

collaterale nella Biennale d’Arte all’Arsenale di Venezia sulla “Poesia

operaia organizzato dalla rivista di cultura anarchica “ApArte” ..) ..

non ricordo come contattai Di Ciaula .. che mi spedì il suo sulfureo

lirico libro di poesie “Chiodi e rose”(seconda edizione 1970).. ma ben

ricordo che lui caldeggiò molto la nascita di abiti-lavoro .. suoi testi

sono nel n.0 – nel n.2 .. la sua collaborazione poi sfumò .. lo incontrai

a Milano .. era ospite alla Feltrinelli .. era un gallo spumeggiante ..

orgoglioso e felice e incazzato .. molto preso dal suo Tuta blu .. non

ne poteva più delle manfrine della corporazione letteraria .. secondo

me .. sia lui che Guerrazzi e Di Ruscio rivendicavano “considerazione”

.. ma un donchisciottescamente voler bucare le paludi del potere

culturale politico sindacale ..che non gli perdonava la sua esuberanza

le sue invettive la sua rabbia per il lavoro di merda e altro ..

è affascinante che il lavoro di scrittura di Tommaso Di Ciaula sia

riscoperto per tornare ad essere una voce di lotta .. il suo Tuta blu

ha ancora oggi la freschezza e la drammatica urgenza di allora .. ..

 

*

Stamattina, io, operaio metalmeccanico, figlio di cgil cisl uil, nipote

della flm, come ho messo le mani sulle maniglie del tornio mi sono

sentito uno stronzo, mi sono messo a gridare come un pazzo che

volevo morire, che volevo tornare a zappare la terra, tornare ad

incantare serpenti, a mescere erbe velenose, a ballare la pizzica

pizzica e la tarantella, che volevo tornare ad inculare le capre.

 

*

Mi chiamano in senso dispregiativo il “poieta”, il poeta.

Il sognatore. Io dico, cazzo, tutti sognano, tutti sogniamo.

C’è soltanto una differenza: c’è chi fa sogni cattivi ed

egoistici e chi fa sogni altruistici e sogni buoni. E’ brutto

sognare.

 

*

Oggi si è chiuso il congresso del Psi. Se li sentivi parlare,

questi signori, sembrava parlassero gli angioletti: vogliamo

un paese rinnovato alla base, pulito, un paese nuovo, ecc.

Secondo me per fare nuovo il paese si dovrebbe rader al

suolo almeno la metà degli immobili: palazzi abusivi,

fabbriche che inquinano che ci soffocano, bisognerebbe

far saltare all’aria miliardi di metri cubi ci calcestruzzo,

senza contare la pulizia degli uomini. Non basterebbero

tutte le carceri del paese, si dovrebbero requisire le

scuole, gli uffici comunali, gli asili infantili.

 

 

(da: “Chiodi e rose)

In punta di piedi

 

Stasera

sono più sporco che mai,

l’officina era un drago

che faceva balenare

fiamme e fumo.

Ho bocca acre di fumo

e le parole acerbe.

Stasera

sono più sporco che mai.

Vorrei lasciare le orme delle mie mani nere

sul tuo abito bianco

padrone che cammini tra torni

in punta di piedi.

 

Redazione
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Un commento

  • Gian Marco Martignoni

    Grazie Sandro, come al solito, per queste tue sagaci pennellate. Da operaio metalmeccanico ” Tuta blu ” con ” Vogliamo tutto ” , dell’altrettanto grande Nanni Balestrini, sono stati i miei grandi romanzi di formazione. Ho sempre frequentato le librerie Feltrinelli in quel di Milano, per cui, ancora non ci conoscevamo, non mi sono mai perso un numero di abiti-lavoro.

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