Torni rigogliosa la bandiera della pace
Riflessioni di Domenico Stimolo sull’appello di Anpi, Arci, Cgil, Cisl, Uil, Acli
La parte più recente di questa fase storica è caratterizzata dal predominante ritorno delle armi e dal silenzio delle coscienze di pace, nello scenario nazionale e internazionale.
Dalla fine della seconda guerra mondiale il “rombo del cannone” non si e mai tacitato. Numerosi conflitti armati territoriali, lunghi e sanguinosi, sono stati sempre tragicamente attivi in molte aree di Gaia, nostra Madre Terra, compresa l’Europa soprattutto nell’ex Iugoslavia. Le battaglie di annientamento continuano, dirompenti e crudeli. La crescita degli arsenali tradizionali – sempre più sofisticati, tecnologici e distruttivi – compresi gli “strumenti” nucleari, di disintegrazione totale della vita, continua inarrestabile.
Superate le motivazioni “ideologiche” e i blocchi militari (è rimasta la Nato, sempre più estesa) che hanno caratterizzato la stagione della guerra fredda, gli strateghi del terrore e i raggruppamenti di pressione (lobbies) che freneticamente “impastano” armi senza sosta, rimangono sempre in azione, più o meno dietro le quinte. Il verbo magico ufficialmente in auge recita «in difesa degli interessi di», «portando, quindi, aiuti (bene armati) umanitari, per ripristinare le libertà vilipese».
Negli ultimi vent’anni decine di guerre e di aggressioni si sono consumate nei riguardi di centinaia di milioni di persone: in molti Stati del nord-centro Africa, nel Medio Oriente (Iraq, Siria, Yemen, Afghanistan). E’ ben noto tra l’altro che le reali motivazioni riguardano essenzialmente la ferrea volontà di mantenimento – in particolare da parte delle principali potenze occidentali – di sfruttamento dei metalli pregiati e del petrolio che in maniera rilevante si trovano in quelle zone.
Vige inoltre, sempre in solenne auge, come principale parametro di riferimento il concetto geostrategico di supremazia, in “terra, mare, aria”. Tutti gli strumenti di morte, a partire da quelli nucleari, sono costantemente misurati nella “grande bilancia”. In metafora: da un lato c’è Gaia Terra, dall’altro tutta la ferraglia, sempre più evoluta per le immensurabili capacità di portare distruzione e annientamento umano. I vertici delle principali potenze sono sempre in costante allarme. La distruzione totale nucleare è sempre in agguato.
Per mantenere questo funereo gioco vengono impiegate gigantesche risorse economiche (gli Stati Uniti, da soli presenti militarmente in tutte le aree mondiali, occupano da sempre un abbondante primo posto) in sfregio alle condizioni di povertà assoluta, di invivibilità, che riguardano una parte molto grande della popolazione mondiale.
In questo contesto le sensibilità di pace, di convivenza civile e democratica, sono state gradualmente ingabbiate. Sempre più crescono, mostruosamente alimentati, gli obiettivi razzisti, contro altri umani e contro le diversità, a partire da quelle religiose. Sono stati istigati i peggiori “umori caserecci”, come avvenne durante il nazifascismo.
La questione è globale. Anche in Italia i movimenti contro la guerra, per la pace e la solidarietà globale, hanno perso la grande capacità di attrazione operata in anni non lontani. Non sono più movimenti di aggregazione diffusa. Rimangono, è vero, in alcune aree, segmenti di resistenza contro gli armamenti e l’uso del territorio nelle servitù militari.
Su questo fronte si è incapaci di riattivare grandi e articolate energie sociali e politiche, capaci di scuotere e di tentare di cambiare le scelte governative, a partire dalle spese militari.
I tragici venti di guerra che hanno attraversato diversi scenari internazionali, caratterizzanti le ultime due settimane, non hanno avuto nessuna significativa azione di protesta e di sdegno.
Pertanto bisogna dare grande rilievo e contributo di diffusione all’APPELLO URGENTE PER LA PACE (di seguito riportato) promosso da grandi organizzazioni sociali e sindacali nazionali: ANPI, ARCI, CGIL, CISL, UIL, ACLI.
Celebrando il 72° anniversario della Liberazione dal nazifascismo è auspicabile che tutte le manifestazioni del 25 aprile diventino MESSAGGERI DI PACE, contro la GUERRA e lo sterminio NUCLEARE.
APPELLO URGENTE PER LA PACE
Questo è un appello urgente per la pace. Un appello alla civiltà suprema del dialogo, della sua umanità, della sua intelligenza. Leggiamo e apprendiamo di bombe, di grandi eventi nucleari, di raid preventivi. Un irresponsabile e impressionante gioco alla guerra che deve essere subito fermato. Chiediamo con forza alle Istituzioni internazionali, ai Governi del mondo che si metta a tacere l’assurdo di queste intenzioni che porterebbero a effetti disastrosi e di morte già tragicamente vissuti. Facciamo appello alle cittadine e ai cittadini affinché si mobilitino per diffondere il più possibile voci e iniziative di pace, anche in nome della nostra Costituzione che sempre ci ricorda che “l’Italia ripudia la guerra.
Carlo Smuraglia – Presidente Nazionale ANPI
Francesca Chiavacci – Presidente Nazionale ARCI
Susanna Camusso – Segretario generale CGIL
Annamaria Furlan – Segretario generale CISL
Carmelo Barbagallo – Segretario generale UIL
Roberto Rossini – Presidente Nazionale ACLI
Roma, 15 aprile 2017
Aderiscono: don Luigi Ciotti, Alessandro Pace, Sandra Bonsanti, l’ARS (Associazione per il rinnovamento della sinistra), Articolo 1 – Mdp, Legambiente, Rete della Conoscenza, Greenpeace Italia
(*) cfr in bottega anche l’appello di Alex Zanotelli: è qui «Fermiamo i signori della guerra»; alcuni recenti documenti interessanti li trovate qui: Dossier riarmo: Stati di guerra. Le tre vignette – scelte dalla “bottega” – sono di Vincenzo Apicella. [db]
Ha ragione Domenico Stimolo: dopo tanti silenzi questa voce è importante, specialmente se l’appello sarà raccolto, rilanciato e si tradurrà in proposte vere (che per ora mancano) di azione politica. Come sempre in casi del genere bisogna guardare chi sottoscrive e capire il perché delle assenze MA ANCHE rammentare le contraddizioni, incoerenze o peggio di chi firma: infatti fra le prime adesioni c’è Articolo 1 – Mdp, in cui spicca Massimo D’Alema ed è doveroso ricordare che in Italia pochi uomini di governo negli ultimi anni sono stati più guerrafondai di lui, tradendo del tutto quell’articolo della Costituzione che afferma «l’Italia ripudia la guerra».