(visto da Francesco Masala) un piccolo grande film dal Messico, e l’intelligenza(?) artificiale a Televideo
il film racconta la storia con gli occhi di Sol, il suo babbo malato, che vive con la famiglia d’origine, è ormai alla fine, tutti arrivano per il suo compleanno, l’ultimo.
Sol vuole abbracciarlo, stare con lui, dargli un regalino, stare con lui.
riesce a stare con lui solo pochi minuti, tutto il tempo del babbo è per prepararsi, con l’aiuto della badante.
tutti vogliono dargli uno sguardo, un abbraccio, una parola, per Sol c’è poco tempo, purtroppo.
il padre di Sol, Tona, un giovane pittore molto amato, riesce, con difficoltà a uscire in giardino, è una festa, anche il vecchio padre, con difficoltà di parola, gli fa un regalo, un bel bonsai.
si capisce che Tona e Sol si sono voluti molto bene, loro lo sanno.
non perdetevi un piccolo film d’amore, a cui volere bene, miracolosamente al cinema, però solo in una decina di sale in tutta Italia.
buona indimenticabile visione della festa di compleanno di Tona.
ps: nel 1932 Sergei Eisenstein gira ¡Qué Viva México!, che mostra il particolare rapporto dei messicani con la Morte (qui il film)
https://markx7.blogspot.com/2024/03/totem-il-mio-sole-lila-aviles.html
Televideoarte – Giorgio Cappozzo
In occasione degli Oscar, sul Televideo Io capitano di Matteo Garrone è descritto come un film dedicato a Francesco Schettino e alla Costa Concordia. Qui siamo oltre il refuso, oltre l’errore. È provocazione, è performance, tanto da chiedersi chi sia l’anonimo autore del gesto, il Banksy di Saxa Rubra: un pigro redattore le cui fonti giacciono tra i meme della rete? Un hacker della concorrenza? Oppure, e io tendo a questa ipotesi, è frutto di un uso disinvolto dell’intelligenza artificiale, che com’è noto pesca informazioni senza discernere? Eppure, tra quelle pagine su sfondo nero che stanno alla tv come i vinili alla musica, feticcio di chi coltiva antiche abitudini, la fusione tra la pellicola del momento e le vicende dell’improbabile marinaio arriva come un sussulto vitale. Televideo, nato quarant’anni fa, rappresentò per il servizio pubblico un anticipo di futuro: interagire con la scatola quando i telefoni avevano ancora il filo. Introdotto agli spettatori da Enzo Tortora, nel suo Portobello, Televideo ha sfornato pixel di rubriche, dalle notizie all’oroscopo alla celebre pagina 777, dedicata ai sottotitoli. Malgrado le ambizioni, ha sofferto di budget ridotti e di scarse attenzioni, condividendo con fax e cd rom la sorte che tocca alle invenzioni precoci. Per questo è facile immaginare che il Televideo affidi all’errore in forma di gesto estetico la rivendicazione del suo esistere, in un mondo distratto dal furore tecnologico.
da qui
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.