Tpp: il gran rifiuto dell’America Latina

Ma i governi di Cile, Messico e Perù ratificano il trattato

di David Lifodi

Un recente studio della Comisión Económica para América latina y el Caribe (Cepal) ha evidenziato quali sono i rischi per il continente latinoamericano derivanti dall’approvazione dell’Acuerdo de Asociación Transpacífico, più familiarmente conosciuto come Tpp. Gli effetti del trattato infatti, non si ripercuoteranno solo sui tre paesi latinoamericani firmatari, Messico, Cile e Perù, ma anche sulle relazioni che questi hanno con il partner brasiliano e, più in generale, su tutto un continente già stremato dall’applicazione dei trattati di libero commercio.

La ratifica del Tpp da parte di questi paesi, tutti strettamente legati agli Stati Uniti, soprattutto dal punto di vista economico, non può non destare preoccupazione, soprattutto per l’impatto negativo che avrà sui popoli a livello di accesso ai farmaci, impatto ambientale, ma soprattutto trasparenza e diritto all’informazione: finora i cittadini hanno sentito parlare del Tpp come una nebulosa o solo attraverso i giornali, ma nessuno si è preoccupato di informarli nel dettaglio. È per questo che ancora non si conoscono i contenuti di un trattato già definito tra i peggiori accordi commerciali del mondo, soprattutto perché viene incontro agli interessi delle grandi multinazionali farmaceutiche. Ad esempio, aumenteranno i prezzi dei medicinali generici poiché arriveranno solo quelli delle grandi case farmaceutiche e non più quelli similari sui banchi delle farmacie dei paesi in via di sviluppo. Ratificato anche da paesi asiatici, dagli Stati Uniti e dal Canada, il Tpp rappresenta soprattutto un tentativo di Washington per fare concorrenza alla crescente influenza della Cina in Asia e nell’area del Pacifico, senza però considerare le grandi differenze di sviluppo tra i paesi firmatari: è evidente che il prodotto interno lordo del Perù o del Vietnam è infinitamente minore di quello statunitense. Del resto, negli stessi Stati Uniti, coloro che già adesso non possono permettersi di acquistare i medicinali più costosi ricorrono a farmaci generici disponibili all’estero, segno che il Tpp va incidere profondamente sulla vita del cittadino medio, sia che abiti nel sud del mondo sia che viva nel più ricco nord. Pfizer, una delle compagnie farmaceutiche che mantiene buona parte dei suoi guadagni in paradisi fiscali (come evidenziato dalla stessa rivista economica Fortune e non da qualche bollettino di controinformazione), grazie al Tpp potrà utilizzare delle imprese affiliate per produrre medicinali generici a basso costo in paesi dove dovrà pagare meno tasse. Denominato golpe corporativo o Nafta con gli steroidi, per Cile, Messico e Perù la ratifica del Tpp segue la sottoscrizione dell’Alianza del Pacífico (avvenuta nel 2011 con la partecipazione anche della Colombia) nel segno di una “maggiore crescita, sviluppo e competitività per favorire la libera circolazione di beni, servizi, capitali e persone”. Il Tpp rappresenta una nuova versione, più aggiornata, dell’Alca, l’area di libero commercio che gli Stati Uniti cercarono di imporre all’America Latina nel 200, ottenendo però un netto rifiuto. Al celebre vertice argentino di Mar del Plata, guidati da Néstor Kirchner, Lula e Hugo Chávez, gran parte dei paesi latinoamericani rimandarono al mittente la polpetta avvelenata che da allora la Casa Bianca ha cercato di riproporre in maniera differente e sotto diversi acronimi, ma con gli stessi obiettivi, a partire da trattati di commercio da far firmare ad ogni singolo paese. Tra i paesi favorevoli invece, fin da allora, il Cile, guidato a quel tempo da Ricardo Lagos con il sottosegretario agli Esteri Heraldo Muñoz, non a caso oggi esponente di spicco nel gabinetto dell’attuale presidenta Michelle Bachelet. Non a caso, l’entrata in vigore del Tpp, annunciata trionfalmente ad Atlanta, è stata resa pubblica in America Latina proprio in occasione della visita del segretario di stato Usa John Kerry in Cile, a testimonianza dello stretto legame che unisce gli Stati Uniti con gli ultimi presidenti succedutisi alla Moneda. Il Tpp, evidenzia la risoluzione di rifiuto all’accordo sottoscritta da oltre cento partiti e movimenti della sinistra latinoamericana e caribeña, ha effetti devastanti, poiché cerca di dividere l’integrazione economica, commerciale, politica e culturale tra i popoli del continente latinoamericano. Inoltre, i negoziati del Tpp si sono svolti in totale segretezza, senza che i popoli fossero informati in merito agli effetti del trattato su economia, industria e sviluppo, contribuendo così ad indebolire la sovranità territoriale e i processi di integrazione di America Latina e Caribe.

I paesi firmatari del Tpp avranno un tempo di due anni per poter cambiare o modificare gli aspetti ritenuti iniqui prima che il trattato entri davvero in vigore, ma sarà difficile che Messico, Perù e Cile aprano davvero alle proposte dei movimenti per una democrazia economica e sociale veramente partecipativa, come dimostra la sempre maggior repressione delle proteste dei conflitti sociali e ambientali in questi paesi.

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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