Tutti i demoni per l’esordio di Daryl Gregory
Ci si abitua a tutto: anche a vedere in giro persone invasate, impossessate. Demoni è il nome che viene di solito attribuito a queste creature che si impadroniscono d’improvviso di adulti e bimbi: talora sono spaventosi e omicidi ma qualche volta soltanto dispettosi e quasi benevoli. Da dove vengono? Dobbiamo convivere con loro o combatterli? Chissà se hanno ragione i seguaci di Jung o piuttosto la Lega Umana (una organizzazione clandestina che per demenza ricorda altri leghisti… attivi dalle nostre parti) decisa a sterminarli tutti.
Il protagonista di questo romanzo è Del; sembra essere Del ma anche di questo impareremo a dubitare. Posseduto da bambino, sembrava guarito finché un incidente in auto non lo ripiomba nell’incubo: quel rumore continuo nella testa e la creatura che si scatena di notte dove lo porteranno? Del cerca salvezza per sé ma forse – un “forse” scritto a caratteri cubitali – ha la chiave che potrebbe portar fuori altra gente dal Pozzo Nero.
Grande esordio per lo statunitense Daryl Gregory: nella bella traduzione di Cristina Genovese – deve aver sudato più di 7 camice sui giochi di parole per tacere dei palindromi – viene pubblicato, dopo due anni, da Fanucci il suo “Pandemonium” (336 pagine per 17 euri); porta con sé una Storia con la maiuscola dove a esempio Nixon o J. Simpson sono quasi come li avete conosciuti finora. Quasi.
Se proprio si cercasse il pelo nell’uovo, all’edizione italiana avrebbe giovato una nota (a pag 170) per spiegare come mai su quella locomotiva era obbligatorio intonare la canzone di Casey Jones; noi fans di Woody Guthrie cantiamo cose che voi umani non potete neanche immaginare.
Trama scorrevolissima sempre on the road con 7 intermezzi di “demonologia” che ci menano a ritroso dal 2004 al 1944 ovvero quando iniziarono le moderne “possessioni” (o così sembra) e un ottavo che ripiomba nell’oggi, in un nuovo inizio.
Chi ama i raffronti parlerà di Stephen King (mai citato ma spesso presente) e di Philip Dick (evocato di continuo con affetto e ironia: uno dei “demoni” è proprio il suo famoso Valis ovvero “Vast Active Living Intelligence System”). Ma le pagine sono piene di affettuosi e inquietanti rimandi a Van Vogt, allo Sturgeon di “Più che umano” (o “Nascita del superuomo” come si preferisce qui) e a quello sciagurato – e non scherzo – Hubbard che fra le sue molte colpe annovera pure la paternità di Scientology.
Le provocazioni sul “falso falso” e sulle differenze tra fantasy e science fiction porteranno i fans in estasi. Senza y finale.
Qualunque cosa pensiate di Jung e dei suoi seguaci, si riveleranno fondamentali i fumetti e l’influenza della fs “anni d’oro” – quasi una lapide di Rosetta – per capire come affrontare i demoni. Di più non posso dire.
Che descriva un terminal o il geometrico Kansas, che ci sprofondi nella paura o costringa al sorriso, Daryl Gregory sa giocare. Al riguardo un piccolo quiz: le frasi “Ogni mar ramingo” e “A ritroso sortirà” vi suonano? Buio totale? Aggiungiamo “Allor crolla” e magari “E’ deciso, si cede”. Se la nebbia si fa sempre più fitta avete una ragione ulteriore per dilettarvi con questo “Pandemonium”.
Non perdete i titoli di coda (in questo caso i “ringraziamenti”) con un tenero: “mamma, scusa per tutte le parolacce del libro”.