di Vito Totire – UNA STRAGE COLPOSA CON PREVISIONE O FRANCAMENTE DOLOSA ?
A seguire il comunicato USB. Con un disegno di Benigno Moi
Occorre indire immediatamente uno sciopero nazionale generale di 24 ore
Dopo lo stillicidio di omicidi sul lavoro ininterrotto e letteralmente quotidiano arriva una ennesima orrenda strage operaia ; una grave perdita per la comunità; grande il dolore , il rammarico e il senso di colpa anche “nostro” che siamo nati il 22 maggio 2022 a Modena con l’intento ed il “programma” di “arrivare il giorno prima” ; “anche noi” non ci siamo riusciti; le resistenze alla attuazione di un programma di vera prevenzione sono troppo forti; le parole di RFI , anche in questa circostanza, sono stonate; certo è il momento del lutto, del rispetto e non delle polemiche ma non si può, “il giorno dopo” , “esprimere profondo dolore” ; il sindaco del comune teatro della strage al quale ( in relazione alla sua veste di autorità sanitaria locale e di rappresentante della comunità) abbiamo inviato le nostre condoglianze , avrebbe accennato a possibili “errori nella comunicazione” ; molto vago, si dovrà approfondire ; che in quel sito e in quel momento si concentrassero particolari fattori di rischio –in buona misura eliminabili e controllabili alla fonte- emerge dalle pur scarse cronache successive alla strage:
- Lavoro notturno : era indispensabile ? considerato che lavorare di notte, in quanto tale è fortemente rischioso a lungo termine per la salute (un rischio anche classificato come probabile cancerogeno dalla IARC ) e ancora di più per la sicurezza
- Transito notturno di vagoni : era anche questo indispensabile ? Ancora: quella “velocità” era indispensabile ?
- Quali modalità di comunicazione erano in essere , hanno funzionato o non hanno funzionato per la gestione del rischio ; da diversi anni assistiamo ad una propaganda con toni da promesse messianiche circa i miracolosi contributi al benessere , anche lavorativo, che dovrebbero derivare dall’industria 4.0, dalla intelligenza artificiale, dal metaverso , dai droni, dalla robotica …abbiamo intuito da un pezzo che qui non si intravede “il sol dell’avvenire” per gli operai ma che tutto è finalizzato alla crescita dei profitti dei padroni ed è accompagnato da una sottovalutazione, se non dal disprezzo, del “fattore umano” ; “terra terra” persino due operai in più a molte e a valle dei lavori avrebbero potuto evitare la strage ? IN VERITA’ ESISTONO TECNOLOGIE GIA’ UTILIZZABILI CHE AVREBBERO EVITATO LA STRAGE SE ADOTTATE E LA CUI ADOZIONE è COMUNQUE OBBLIGATORIA
- Ovviamente il “danno” della strage va persino oltre quello già gravissimo dei 5 morti : forte è il trauma psicologico per i familiari, per i superstiti, per i compagni di lavoro, per l’intera comunità e per gli stessi macchinisti inseriti coattivamente in un meccanismo infernale sul quale non hanno potere di controllo (locus of control esterno al sé, direbbero gli psicologi sociali) il che , tutti i giorni anche quanto non si verificano stragi o morti sul lavoro, agisce come fattore di distress per i lavoratori ferroviari come hanno denunciato con i loro dieci scioperi negli ultimi mesi i coraggiosi lavoratori CMC CARGO
- Fin da Modena (il 22 maggio 2022) abbiamo suggerito di evitare il termine “infortunio” sul lavoro ; siamo convinti infatti che in queste circostanze non si possa evocare la categoria mentale della “mancanza di fortuna”; dietro ogni evento c’è sempre una lacuna delle misure di prevenzione, c’è un documento di valutazione del rischio lacunoso o , al limite, corretto ma non applicato ; il lavoro degli “armatoristi” non è mai stato “leggero” ; gli armatoristi , in questo caso erano anche saldatori, sono sempre stati esposti a gravi rischi, pure cancerogeni (ricordiamo la questione delle “pietre verdi” con presenza di amianto, le traversine trattate con sostanze olio di creosoto e con erbicidi/defolianti) , a temperature estreme, a posture usuranti, a fatica fisica e mentale ; a tutto questo “possiamo” aggiungere il “rischio lavoro notturno” senza neppure pause adeguate per recuperare il distress accumulato dallo sconvolgimento dei ritmi fisiologici ? Il lavoro notturno non deve essere usato per “fare in fretta” ma solo quando è assolutamente inevitabile e comunque deve essere seguito da fasi temporali adeguate di ristoro e recupero (che non sono quelle attualmente “concesse”.
A Bologna, a supporto dei lavoratori di CMC CARGO, ABBIAMO CHIESTO, ORMAI DA MESI , UN INCONTRO CON IL SERVIZIO DI VIGILANZA PER DISCUTERE SUL TEMA DELLA SICUREZZA DEGLI SCALI E DELLE COSTRITTIVITA’ INSITE NELLA ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO : ANCORA NON ABBIAMO RICEVUTO RISPOSTA …
Gli organi di vigilanza pensano di poter “gestire la vigilanza da soli” senza il contributo dei gruppi operai omogenei e dunque senza la partecipazione attiva dei lavoratori ?
QUESTA ENNESIMA , ED ANNUNCIATA, STRAGE OPERAIA ESIGE UN GRANDE IMPEGNO COLLETTIVO E UAN MOBILITAZIONE IMMEDIATA CHE DEVE PASSARE ATTRAVERSO LA CONVOCAZIONE DI UN primo SCIOPERO NAZIONALE DI almeno 24 ORE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE DEI LAVORATORI
FACCIAMO APPELLO AI LAVORATORI , ALLE LORO ORGANIZZAZIONI , A TUTTE LE PERSONE ONESTE CHE HANNO A CUORE LA GIUSTIZIA E LA SALUTE COLLETTIVA, A REAGIRE a questa ennesima strage SENZA INDUGI.
VERSIAMO LE NOSTRE LACRIME E CHIEDIAMO GIUSTIZIA PER KEVIN LAGANA’, MICHAEL ZANERA, GIUSEPPE SORVILLO, GIUSEPPE SAVERIO LOMBARDO, GIUSEPPE AVERSA.
MORTI NELLA GUERRA “NON DICHIARATA” CHE DA SEMPRE SI E’ SOVRAPPOSTA A UN MONDO DEL LAVORO CHE VOGLIAMO DIVERSO DA QUELLO CHE UNA ORGANIZZAZIONE FINALIZZATA AL MASSIMO PROFITTO RIESCE A “GARANTIRE”
Anche per rendere onore ai morti : SUBITO SCIOPERO GENERALE NAZIONALE
Vito Totire, medico del lavoro/psichiatra , RETE NAZIONALE LAVORO SICURO
Via Polese 30 40122 Bologna
vitototire@gmail.com
Bologna, 31.8.2023
disegno di Benigno Moi
Strage di operai a Brandizzo: USB proclama 24 ore di sciopero di tutti i lavoratori delle ferrovie
Il gravissimo incidente ferroviario che stanotte a Brandizzo, a pochi chilometri da Torino, ha ucciso cinque lavoratori della manutenzione ferendone altri due, è l’ennesimo episodio di una storia già scritta, fatta di appalti, privatizzazioni, mancato rispetto delle norme di sicurezza, aumento dei ritmi di lavoro, riduzione del personale. Il risultato sono gli assassinii sul lavoro, oggi cinque corpi smembrati da un treno che passava a 160 km/h e che si è fermato un chilometro dopo avere investito gli operai. Vogliamo che chi mette a rischio la vita dei lavoratori paghi con pene severe il suo crimine. Vogliamo la tutela totale per i lavoratori che denunciano omissioni sulla salute e sicurezza. Per protestare contro questa ennesima dimostrazione di un criminale abbassamento delle tutele sul lavoro Usb indice uno sciopero nazionale di 24 ore di tutti i lavoratori delle ferrovie a partire dalle ore 15:36 di oggi.
Alla luce di questa gravissima vicenda, assume ancora più rilevanza la settimana di iniziativa che dal 4 settembre vedrà in ogni regione d’Italia decine di presidi di raccolta firme per la legge di iniziativa popolare che prevede l’istituzione del reato di omicidio sul lavoro. Da Lunedì 4 sarà possibile firmare anche online.
Unione Sindacale di Base
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.
Due brevi note riguardanti l’ assassinio dei cinque operai :
Ritorno sulla canzone ” Somos” , che considero la canzone dei lavoratori morti.
Poi, ritengo utile divulgare l’ odierno articolo del giornalista Michele Serra sul quotidiano La Repubblica. Propone il funerale di stato per i cinque operai. Idea fulgida e concreta, per rinnovare , tornando alle antiche radici, il concetto istituzionale di ” Funerale di Stato”.
Sul logo che accompagna la canzone ” Somos” ( siamo, noi siamo) , dedicata al grande cantautore poeta spagnolo ( deputato nazionale) Jose’ Labordeta, scomparso a Saragozza il 19 settembre 2010 – autore della canzone , c’ e’ la scritta :
” Que’ queda da ti” ( Cio’ che resta di te).
Una scritta quasi ” profetica” , che crea una similitudine con i corpi straziati degli operai ….sparsi lungo il binario .
https://youtu.be/LITGBh0IveY?si=Tvp57T2p1fbOn-fE
Un lutto nazionale:
https://www.repubblica.it/commenti/2023/09/02/news/vittime_brandizzo_lutto_nazionale-413077328/?ref=RHLF-BG-I413127831-P2-S1-T1
“L’Italia piange le vittime dell’incidente che, nel Torinese, ha visto cinque operai travolti da un treno regionale, ma in pochi ricordano un disastro quasi identico avvenuto 45 anni fa in Sardegna”
https://www.unionesarda.it/news-sardegna/provincia-cagliari/villasor-la-tragedia-dimenticata-nessuna-lapide-dove-morirono-quattro-operai-sardi-b4afuu10
E’ il momento del lutto per i lavoratori.
L’ Italia civile e democratica che resiste….mentre impazzano sciocchezze , lussi e lussurie …..
https://www.collettiva.it/copertine/lavoro/2023/09/04/news/brandizzo-landini-sicurezza-3361204/
https://www.open.online/2023/09/04/brandizzo-corteo-sindacati-vercelli-landini/
Il «pungolo rosso» segnala:
«abbiamo messo da poco in rete il comunicato del SI Cobas sullo sciopero di ieri fatto in moltissimi magazzini e fabbriche per protestare contro la strage operaia a Brandizzo, e alcuni materiali sulla lotta contro Mondo Convenienza – anzitutto contro l’azione repressiva di ieri a Firenze; a seguire un testo di F. Latorraca (del SI Cobas di Torino) sulle questioni poste da questa lotta, e infine uno scritto di qualche anno fa di A. Milani e M. Michelino sulla lotta alla INSEE che contiene riflessioni utili per una discussione pubblica, secondo noi indispensabile, sulle diverse prospettive presenti nelle (poche) lotte in corso, e in particolare sulla necessità di ampliare il fronte di lotta e rafforzare l’autonomia di classe.
https://pungolorosso.wordpress.com/2023/09/05/strage-operaia-a-brandizzo-sciopero-in-centinaia-di-fabbriche-e-magazzini-basta-morti-in-nome-del-profitto-si-cobas/
https://pungolorosso.wordpress.com/2023/09/05/sulla-lotta-operaia-contro-mondo-convenienza-si-cobas-testi-di-f-latorraca-a-milani-m-michelino/
Dopo aver letto questa mattina le ultime notizie su Il manifesto, la vicenda tragica di Brandizzo si arricchisce di altri particolari agghiaccianti sulle condizioni di lavoro di chi è costretto ad operare sulla manutenzione dei binari ferroviari. Tra l’altro su La Stampa di domenica emergeva come la Sigifer, pur avendo 90 dipendenti, è priva di una Rsu aziendale.La cosa non mi ha per nulla sorpreso, poichè organizzare sindacalmente i lavoratori di queste aziende è tutt’altro che facile, proprio per i turni di lavoro con cui si avvicendano nei cantieri. Ho seguito per la Fillea-Cgil dal 1987 al 2000 anche alcune tratte ferroviarie, ed inseguire questi lavoratori è una vera e propria impresa. Ricordo che nel posizionamento della tratta da Malpensa a Castellanza intervenivamo per verificare se tutti i lavoratori, naturalmente in sub-appalto, fossero regolarmente assunti. Mentre nei lavori di manutenzione della tratta da Gallarate a Luino, ove operavano i lavoratori della Gcf di Roma ( una sessantina ), riuscii a metà degli anni ’90 ad organizzare una assemblea solo alle ore 19 della sera, quando cioè gli stessi rientravano a Gallarate nel loro magazzino prima di andare a cenare. Tutti gli infami giornalisti e politici che cercano di scaricare la colpa sui lavoratori, come nella vicenda di Pioltello del 25 gennaio del 2018, non hanno la minima idea delle brutali condizioni in cui i lavoratori di questo comparto sono loro malgrado costretti a sopportare quotidianamente .Altro che sfruttamento alla n potenza, stante il trentennale dilagare dei sub-appalti.
Ma quanti sono i dipendenti della Sigifer di Borgo Vercelli?….ed altro!
Cercando di approfondire sulla rete escono fuori note divergenti.
La Sigifer, non rientra certamente nelle fattispecie piu’ o meno consolidate delle aziende di sub appalto che operano nel settore ferroviario . Di dimensioni medio piccole.
E’ questa, infatti, una struttura di dimensioni consistenti.
Vengono dichiarati 92 dipendenti, oltreché una serie di pubbliche notizie sulle dinamiche caratterizzanti l’ azienda:
https://www.ufficiocamerale.it/2704/sigifer-srl
Poi, alcuni articoli di organi di informazione riportano che i dipendenti sono 250.
https://www.repubblica.it/?_gl=1*1d4keu0*_ga*TjZndEdfcmRhUGN3aVVyU0tGSzItLWR6Y1o0dFVOLXlQOC01aWJwYjYzZWo0c1FBNkRKX1pTd29Wc05DRWU4Rg
https://www.quotidiano.net/cronaca/sigifer-di-borgo-vercelli-e06ece6e
Certo, le notizie ufficialmente riportate dall’ “ufficio camerale” sono bene da attenzionare ….sul resto bisognerebbe chiedere agli estensori giornalistici riportati .
Anche la mia memoria specifica , di unoperativita’ diretta sindacale, in questi ambiti lavorativi ( che si sofferma a parecchi anni addietro) ” fotografa” aziende di sub appalto ( per impianti TLC e ferroviari) con poche decine di dipendenti, per lo piu’ di caratterizzazione locale sul piano territoriale .
C’ era sempre, come ora ” un riferimento principale” che, ricevendo le commesse lavorative distribuiva più a cascata nei ” mille” rivoli del sub appalto .
In quegli anni in molti casi le vicessutudini dei lavoratori – contrattuali – sindacali di queste ” micro” aziende, venivano seguite dalle strutture sindacali ( RSU – sin dacali territoriali delle categorie di riferimento. delle Confederazioni sindacali). Le lotte sindacali, in parecchi casi, fecero confluire questi lavoratori nei contratti o negli organici lavorativi delle ” aziende madri” che acquisivano diretattente l ‘ appalto produttivo/ lavorativo .
Ora i tempi sono cambiati, in maniera anche drastica, sulla gestione degli aspetti sindacali e dei diritti.
Peggiorando di molto le condizioni dei lavoratori .
Le micro aziende di sub appalto, a seguito delle varie leggi di deregolamentazione , sono diventati in molti casi” macro aziende” danno degli aspetti economici e dei diritti dei lavoratori……” Liberalizzazione ” e’ bella…..tutto bel suono per i profitti
Ha scritto , prima, Gian Marco Mortignoni, che il quotidiano La Stampa ha riportato domenica che ” in Sigifer non c’ e’ una RSU – Rappresenta za sindacale unitaria -.
Una notizia molto inquietante e grave, sul piano sindacale, sociale, per la difesa dei diritti dei lavoratori .
Ebbene Si’ , in questi ultimi due decenni, gli aspetti prioritari nell’ equilibrio sociale ed economico nel mondo del lavoro, sono molto cambiati bella cosiddetta “produzione” .
Senza RSU i lavoratori sono nudi di fatto bei confronti della struttura padronale .
Mi ricordo, poiche’ ho lavorato per molti anni in un grande azienda nazionale di Impiantistica, che nelle attività”dette ” esterne” , con i cantieri ( stradali, autostradali, ferroviari .. ,) che operavano in giro per l’ Italia , i lavoratori bisognava “conquistarli” sindacalmente il loco…..uno per uno.
Modalità” dure e faticose…..ma questa essenzialmente era l’ attivita’ sindacale, delle RSA prima, e delle RSU ( delle aziende di riferimento) dopo, compreso chi, volenteroso, delle strutture sindacali territoriali a tempo pieno, partecipava.
….Altri tempi …..
Una vita sindacale molto difficile .
Ora contano solo le quantita’ di profitto distribuite. Il resto, compreso le ” vite perse”, viene molto dopo. Anzi, non viene piu’!
” Mandati allo sbaraglio sui binari”.
Un’ articolo pubblicato sul quotidiano La Repubblica di grande interesse sulla strage dei cinque operai.
https://torino.repubblica.it/cronaca/2023/09/09/news/brandizzo_200_esposti_lavoratori_incidenti_passato-413845117/?ref=RHLF-BG-I413850746-P9-S2-T1
Caro Domenico, quando ho iniziato a far politica ( Pdup per il comunismo ) e sindacato ( delegato sindacale Fiom in una azienda di 425 dipendenti nel 1979) c’erano ancora i partiti, e nelle aziende si riusciva ad avere una rappresentanza sindacale anche qualificata sul piano della preparazione complessiva.Dopo l’89 la situazione è andata precipitando, cosicchè la Cgil è rimasta orfana in tutti i sensi, anche per gravi responsabilità del gruppo dirigente di Rifondazione Comunista, a partire da un certo Fausto Bertinotti, passato in un lampo dall’altare alla polvere, con l’andata a casa di migliaia e migliaia di compagni e compagne. Sono sei anni che sono in pensione, ma sono come volontario quasi tutti i giorni i Cgil, per cui mi rapporto quotidianamente con le nuove leve, in particolare con i compagni della Fillea-Cgil. Quando ad una impresa corrispondono di media tre lavoratori, vi è anche la difficoltà a costruire lo stesso direttivo di categoria in termini operativi, per non parlare delle Rsu, che se non fosse per i due cementifici che ci sono in provincia e qualche azienda del legno , si contano sulle dita delle due mani.Oggi recuperare qualcuno o qualcuna che vuol fare il delegato è una impresa improba, e se lo trovi , siamo a livello pre-politico ( non certo per colpa sua ) Detto in altri termini, se tutti quelli che si spellano le mani per la Schlein, poi nel loro luogo di lavoro pisciano dove dice il padrone, altro che Rsu.Se poi consideriamo che Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista sono sul piano della militanza evaporate, il quadro è assai fosco.
LA “BOTTEGA” RICEVE DA VITO TOTIRE E RIPROPONE
Brandizzo : al lavoro come alla prima guerra mondiale , 5 “fanti” morti in trincea nella “guerra non dichiarata” del lavoro capitalistico!
RFI e Sigolfer, come il generale Cadorna…
Prendiamo atto di dichiarazioni, testimonianze e illazioni dopo la strage;
la peggiore mistificazione tra quelle proposte e accreditate da alcuni media è quella del cosiddetto “errore umano” associato alla idea perversa di “infortunio”;
fin dall’atto di nascita (Modena 26 maggio 2022) abbiamo sottolineato alcune questioni importanti:
Parlare di infortunio evoca la “mancanza di fortuna” e quindi per eventi di questo genere non c’è definizione linguistica più sbagliata ; dietro ogni strage o evento mortale singolo o evento acuto o anche dietro ogni “malattia professionale” c’è SEMPRE una omissione di misure di prevenzione
Occorre arrivare il “giorno prima” e non il giorno dopo, magari a deporre fiori
Perché la strage di Brandizzo fa venire in mente la prima guerra mondiale ?
Rfi e Sigilfer hanno mandato fisicamente in trincea dei lavoratori come Cadorna mandò al fronte migliaia di proletari che sarebbero stati abbattuti dalle armi del “nemico” (in verità il vero nemico era “interno” e non esterno); il treno sopraggiunto sulla “trincea” di Brandizzo ha fatto strage come il piombo austroungarico nemico ma la vera causa non è il treno , è una organizzazione del lavoro inadeguata, non rispettosa dei più elementari criteri di prevenzione , una organizzazione paramilitare in cui la sopravvivenza dipende dalla comunicazione tra RFI e il suo uomo di cantiere !
il quale uomo di cantiere, oggi, dicono le cronache, si dispera, è sotto uso di psicofarmaci e non riesce a dormire la notte;
MA NOI CHIEDIAMO : PER QUALE MOTIVO L’ALERT DOVREBBE ARRIVARE ALL’UOMO RFI E NON A TUTTI I COMPONENTI DEL GRUPPO OPERAIO OMOGENEO COLLOCATO COME VITTIMA SACRIFICALE NELLA TRINCEA DELLA GUERRA NON DICHIARATA DEL LAVORO?
Qualche settimana fa a molti cittadini dell’E-R è arrivato un alert alluvione ; era verosimilmente una prova; giunto ovviamente “il giorno dopo” la vera alluvione, ma l’evento dimostra che le tecnologie per prevenire morti e stragi esistono;
DUNQUE ANDIAMO A PRENDERE IN ESAME IL DVR E IL DUVRI ( VALUTAZIONE DEI RISCHI DA INTERFERENZE) DI RFI E DI SIGILFER ?
VORREMMO CAPIRE PERCHE’ SI E’ RITENUTO CHE LA COMUNICAZIONE DOVESSE ARRIVARE SOLO AL “SERGENTE” DELLA TRINCEA DI BRANDIZZO E NON A TUTTI I FANTI ? Carne da macello? Organizzazione bellica e non “civile” ?
Infine ; cosa sarebbe successo se “prima” della strage si fosse organizzato un “GRUPPO OPERAIO OMOGENEO “con una assemblea in cui gli operai avessero avuto occasione di discutere dei rischi a cui erano esposti con tecnici di loro fiducia?
Sarebbe emerso che l’arrivo della autorizzazione non preventiva ma a fine lavori era se non prassi abituale, prassi frequente ?
Sarebbe emersa la proposta , magari convertita in disposizione/prescrizione DELL’ORGANO DI VIGILANZA al datore di lavoro finalizzata a GARANTIRE l’alert a tutto il gruppo degli esposti e non solo ai vertici gerarchici della organizzazione ?
Ipotizziamo questa dinamica (gruppo omogeneo/servizio di vigilanza) PER IL SEMPLICE MOTIVO CHE LE SEGNALAZIONI “interne” che partono da lavoratori o dai loro rappresentanti non solo rimangono spesso lettera morta (parliamo in generale di quel che succede in Italia) MA SONO SPESSO OCCASIONE PER SCATENARE AZIONI AVVERSATIVE E REPRESSIVE CONTRO CHI SEGNALA.
Nel 2021/2 RFI ha indetto una gara per la “formazione in materia cultura della sicurezza della circolazione dei treni e della circolazione RFI (DAC 0206)” per la cifra di 760.000 euro ;
ALLA LUCE DELL STRAGE DI BRANDIZZO CI CHIEDIAMO COSA POSSA AVERE “PARTORITO” QUESTA CONSULENZA IN TERMINI DI AZIONI DI MIGLIORAMENTO E DI PREVENZIONE ; un nuova gara è prevista con scadenza 27.9.2023 su temi analoghi per una cifra di quasi tre milioni …VEDREMO DOVE ANDRA’ A PARARE
dobbiamo assolutamente rafforzare le capacità di difesa e la strategia di “non delega” e di “validazione consensuale” che il movimento operaio deve rilanciare attraverso la convocazione capillare e sistematica dei “GRUPPI OPERAI OMOGENEI” ; delegare al padrone e alla gerarchia aziendale è sempre foriero di lutti e stragi ;
riequilibrare i rapporti di forza tra lavoro e capitale è l’unica strada per garantire uguale speranza di vita di salute e di benessere alla classe operaia .
I cinque operai di Brandizzo, come tutti gli altri sono stati uccisi dalla ricerca del massimo profitto a tutti i costi ;
dobbiamo sviluppare, a fianco delle indagini istituzionali, una indagine operaia che è già in atto ed ha acquisito elementi significativi sulla organizzazione del lavoro, i cosiddetti “ritmi di produzione”, gli orari notturni e “antisociali” e il “clima aziendale” sia in RFI che il SIGILFER (azienda che il sindaco di Borgovercelli , forse conoscendola poco, ha definito “fiore all’occhiello” del comune)
Rendiamo omaggio a Kevin Laganà, Giuseppe Aversa, Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Saverio Lombardo morti in trincea nella “guerra non dichiarata” del lavoro capitalistico; ancora un abbraccio ai loro familiari e compagni.
Nel loro nome continueremo a lottare “per quello che è giusto” (come scrisse Alex Langer).
Vito Totire, medico del lavoro, è portavoce RETE NAZIONALE LAVORO SICURO; per contatti: 333.4147329
Dunque, L’ Italia e’ prima in “classifica ” per morti sul lavoro in Europa.
Il 37 per cento del totale.
Dei 3355 morti nelle attivita’ lavorative in Europa, 1270 sono italiani ( dati 2020) .
Un bel articolo di
Fabio Marcelli:
” Morti di lavoro. Il crimine e la vergogna”.
https://nuovosoldo.com/index.php/2023/09/09/morti-di-lavoro-il-crimine-e-la-vergogna/