UN DIVERTENTE CASO DI OMONIMIA di Mark Adin

Scartabellando in vecchi archivi giornalistici, mosso da tutt’altre curiosità, mi imbatto in un articolo della Gazzetta del Popolo, anno 1976, mese di luglio, domenica 11, titolo :

“Due Torinesi bloccati a Ventimiglia. Sono Mario Borghezio, ex assistente universitario, e un maestro – Sulla loro auto una cartolina con minacce a Violante – Sono stati tradotti a Roma.”

Il giorno prima, sabato 10, il giudice Vittorio Occorsio, titolare di inchieste sulle organizzazioni di destra e sugli attentati da esse perpretati, veniva ucciso a Roma a nome e per conto di Ordine Nuovo dal fascista Pier Luigi Concutelli, successivamente boia carcerario di “camerati che sbagliano”.

Riporto di seguito il testo, pari-pari, dell’articolo:

“La cartolina riproduce il casinò di Montecarlo. Sul retro poche parole: – Uno, dieci, cento Occorsio – Ai lati due svastiche. La firma: Ordine Nuovo. Destinatario: il giudice di Torino Luciano Violante. Il messaggio minatorio era infilato in una busta bianca su cui sarebbe stato segnato l’indirizzo del magistrato. Si trovava con altri documenti sull’auto di due torinesi, simpatizzanti dell’ultradestra, fermati domenica sera alla frontiera di Ventimiglia dalla Guardia di Finanza. I due giovani sono stati accompagnati a Roma per accertamenti a disposizione del sostituto procuratore Claudio Vitalone al quale è per ora affidata l’inchiesta sul feroce assassinio di Occorsio.

Venti perquisizioni sono state effettuate a Torino dagli uomini di Giorgio Criscuolo capo dell’antiterrorismo. Sono stati scoperti parecchi documenti: carteggi tra gruppi dell’estrema destra e nazional-socialisti tedeschi; una piantina di Milano contrassegnata da croci, liste di avversari politici, una carta di identità falsificata, un taccuino con decine di indirizzi per la maggior parte della Francia e della Germania.

I due neofascisti fermati sono Mario Borghezio, di 34 anni, abitante a Torino in Via Arona 10 e Pier Franco Volpi, 31 anni, residente in Piazza Peyron 13. Il primo è laureato in giurisprudenza, è stato assistente universitario e lavora in un ufficio notarile. Ha avuto qualche guaio con la giustizia per le sue idee ultras: nel ‘68 è stato sorpreso a decorare i muri della federazione del partito comunista con svastiche. Fino all’anno scorso è stato iscritto alla democrazia cristiana, si è occupato di gruppi di rifondazione del partito e dell’ufficio scuola per il movimento giovanile.

Franco Volpi sembra il personaggio più interessante pur essendo del tutto sconosciuto all’ufficio politico. Maestro elementare, pare non abbia mai fatto mistero delle sue simpatie neonaziste facendosi chiamare – Fuhrer -: in casa sua la polizia ha trovato il materiale più interessante e cioè la carta d’identità – proveniente dagli uffici comunali di Napoli – rozzamente contraffatta, l’indirizzario, il carteggio di elementi neofascisti. Nell’alloggio di Borghezio non sarebbe invece stata scoperta documentazione di rilievo.

La coppia è stata bloccata al valico di Ponte S. Luigi: arrivava da Mentone dove pare avesse cenato a sbafo, senza pagare il conto. Borghezio e Volpi erano sulla Opel Rekord di quest’ultimo quando sono stati fermati dalla Guardia di Finanza, alla quale era stata segnalata la “fuga”dal ristorante di due italiani. Al controllo i finanzieri hanno notato la busta bianca infilata fra altri documenti. L’hanno aperta e dentro c’era la cartolina di cui si è detto indirizzata a “quel bastardo di Violante” e firmata “Ordine Nuovo”. La minaccia di morte era esplicita: – Roulette (forse un riferimento alla roulette russa?) uno, dieci, cento Occorsio -. Il magistrato torinese si è occupato come il collega ucciso di inchieste sulla organizzazione neonazista e su complotti presidenzialisti.

Vedendo il messaggio, il taccuino e la pianta di Milano le guardie di frontiera hanno avvisato la polizia e l’antiterrorismo. I due sono stati consegnati ai funzionari di Genova  e hanno proseguito il viaggio per Roma a disposizione del giudice Vitalone. La carta topografica di Milano contrassegnata è stata spedita alla questura della città lombarda per stabilire se le croci corrispondano ai recapiti di magistrati o di personaggi politici. Ieri pomeriggio il Movimento politico Ordine Nuovo si è rifatto vivo a Roma con un delirante messaggio in cui il gruppo rivendica l’assassinio e ne annuncia altri. Le vittime predestinate sono – secondo il documento – Bartolomei, Violante, D’Ambrosio, Zincani che – si dice – verranno giustiziati nei prossimi giorni. Sono i magistrati che hanno condotto inchieste sulle trame eversive e sui movimenti neofascisti e nella lista ricompare il nome del giudice torinese al quale è stata in questi giorni affidata anche l’istruttoria sulla uccisione del procuratore generale Coco. L’ultradestra non vuole perdere l’occasione di creare confusione e paura, di seminare il caos secondo una rinnovata strategia del terrore e della provocazione.”

L’ articolo è firmato da Guido Bassi e Sandra Miglioretti.

Mi sembra evidente che si tratti di un caso di omonimia, non posso credere che si parli del nostro Parlamentare Europeo. Il caso ha persino voluto che la foto riportata dal giornale gli sia vagamente somigliante. Il Borghezio leghista ha di sicuro un passato adamantino, non può che trattarsi di uno scherzo onomastico del destino cinico e baro. Nazista lui? Ma vogliamo scherzare?

Mark Adin


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Un commento

  • Il deputato europe Mario Borghezio è nato il 3 dicembre 1947, quindi nell’estate del 1976 non aveva 34 anni, ma nemmeno 29. Nella sua biografia in Wikipedia, risulterebbe che in gioventù ha fatto parte di gruppi di estrema destra: “Prima di far parte della Lega Nord, ha avuto esperienze sia nel movimento monarchico che negli ambienti dell’estrema destra extraparlamentare. Ha affermato di avere militato da giovane nel movimento Jeune Europe (movimento internazionale di ispirazione “nazionalrivoluzionaria” fondato da Jean Thiriart)”. L’unico Mario Borghezio dell’elenco del telefono non abita in via Arona.
    Straordinaria omonimia o dati sbagliati nell’articolo della Gazzetta? La vecchia Gazzetta contraltare a Torino della “Busiarda” ( la Stampa, che, con i dovuti contrappesi, ha spesso articoli molto interessanti ). Jean Baptiste Poquelin, in arte Molière, diceva “Je prend mon bien où je le trouve”, prendo ciò che mi è utile dovunque sia.

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