Un funerale planetario con 4 miliardi (?) di spettatori

di Domenico Stimolo

Lunedì si sono svolti a Londra i funerali della regina Elisabetta. Grandiosi, ovviamente, come nella tradizione britannica.

Gli organi di informazione italiani (di tutte le strumentazioni d’uso) hanno dedicato grandissimo spazio al funereo evento. Non sappiamo in maniera adeguata cosa è avvenuto nel resto della Terra.

Un dato è stato da tutti riportato, in maniera entusiasta e conclamata: la diretta televisiva è stata seguita da oltre 4 miliardi di spettatori residenti nella nostra Gaia Terra (qualcuno è arrivato ad affermare 4,5 miliardi). Non mi pare di avere letto o sentito correzioni successive. Con stupore si nota che nel riportare questo dato anche giornali italiani nominalmente alternativi per storia e impostazione si sono automaticamente adeguati, in maniera acritica.

Nello specifico, la cerimonia del funerale nella cattedrale di Westminster è durata un’ora e 8 minuti. Dalle 11.59 alle 13.07 (in Italia, dato il fuso orario siamo un’ora in avanti).

E’ stato coralmente aggiunto: “ l’evento televisivo più seguito da sempre”.

Certo, un numero enorme! Ma quali fonti di ricercaistantanee” – scientificamente indiscutibili, capaci di elaborare i dati di visione di “questa fatidica ora” – hanno avuto questa grandezza di elaborazione che riguarda tutti gli Stati del mondo e quindi i canali televisivi di ogni singolo Paese? E’ necessario ricordare che in Italia il corrispondente auditel di norma fornisce i numeri degli spettatori per i vari programmi il giorno dopo.

Fra l’altro il dato dei “4 miliardi di spettatori” era stato dato da alcuni giornali italiani anche all’inizio della mattinata, come “atteso”.

Sono necessarie alcune considerazioni.

Ad agosto 2022 la popolazione mondiale è pari a 7,96 miliardi di persone. Quindi, stante il dato riportato dagli organi di informazione, metà della popolazione mondiale ha visto l’evento. E’ credibile? Ragioniamo sul come si disaggrega la popolazione mondiale.

Nell’Europa a 27 (Unione Europea) vivono 447 milioni di persone. Si aggiunge la Gran Bretagna (che ha abbandonato l’Europa) con 67,5 milioni di residenti. Poi c’è il resto del continente europeo (compresa la Russia che in senso largo geograficamente si estende fino all’oceano pacifico, con 146 milioni).

L’evento nelle fasce orarie europee si è svolto durante la fase giornaliera che di norma prevede per tutti gli umani lo svolgimento delle attività lavorative. Questa “banale” dinamica ha certamente tagliato fuori gran parte della popolazione europea e lo stesso vale per l’età infantile.

Sul piano europeo (logisticamente e “culturalmente” più vicino all’Inghilterra) esistono dati acclarati sulla visione dell’evento? Parrebbe di NO!

Ci sono i dati auditel dell’Italia. Riguardo ai nessi e connessi del funerale, su Rai1, dalle 10:30 alle 15 la diretta del TG1: Elisabetta II L’Addio è stata seguita da 3.383.000 spettatori; quindi Canale 5 Mediaset:  lo speciale Verissimo: The Queen – Addio alla Regina  2.287.000 telespettatori; segue La7 con la diretta “Regina Elisabetta II” a 390.000 spettatori. Quindi, un totale di 6.050.000 spettatori. L’Italia ha al primo gennaio dell’anno 58. 983.000 abitanti. In percentuale gli spettatori sono stati il 10.25%… molto al di sotto del 50% globale diramato! Forse perchè l’Italia è una Repubblica dal 10 giugno 1946?

Secondo i dati di https://www.telenauta.it/ in altri Paesi europei gli spettatori delle TV che hanno trasmesso diretta o programmi specifici durante la giornata di lunedì sono stati i seguenti (nelle fasce orarie prima evidenziate per l’Italia): Spagna con 1.907.000 (gli abitanti sono 34.110.000, dunque il 5.59%); Francia (nella condizione migliore della fascia oraria giornaliera) 8.363.000 (abitanti 65.492.000, perciò il 12,76%). Germania con 7.850.000 (abitanti 84.191.000, dunque 9.32%). In Austria sulla Tv Orf2 – dalle 9 alle 14 – in 497.000 hanno seguito la trasmissione speciale (gli austriaci sono 8.979.000, perciò il 5,5%). Infine, in Olanda, la diretta della rete Npo1 dalle 10.59 alle 16.59 ha avuto 1.455.000 spettatori (ma gli abitanti sono 17.440.000, perciò il 8,3%). In questi sei paesi europei i numeri in oggetto sono molto distanti dall’ipotetico 50% divulgato.

Segue il resto del mondo ove fra l’altro per il fuso orario l’evento è spesso nelle fasce orarie notturne, con tutte le conseguenze del caso.

ASIA

Il colosso della Gaia Terra, con 4. 702.000.000 abitanti. Comprende una cinquantina di Stati, dal Giappone alla Turchia e una parte del cosiddetto Medio Oriente nella parte opposta. Per popolazione (dati 2020): Cina con 1 miliardo e 394 milioni): India con 1 miliardo 326 milioni; Indonesia (267), Pakistan (233). Sono tutti Paesi che hanno un’impostazione culturale, ideologica, religiosa e usi distantissimi dal mondo cosiddetto occidentale, anche se diversi fra loro sono stati per lungo tempo colonie britanniche. Si suppone ragionevolmente che per fuso orario e per “impegni di altro genere” ben pochi (degli adulti) hanno avuto voglia e maniera di seguire la diretta dei funerali della regina Elisabetta. Forse al disotto della media dei 6 Paesi europei sopra richiamati. Non si riescono a trovare nell’immediatezza fonti di dati selettivi delle TV asiatiche che hanno fatto la diretta.

America del Nord e America del Sud con circa 1 miliardo di abitanti.

Una articolazione di Stati complessa. Con culture e tradizioni molto diverse. E’ difficile supporre, tranne che Stati Uniti e Canada (per continuità storica verso l’Inghilterra) che grandi masse di abitanti, specie nella parte sud, si siano collocati davanti alla tv, per vedere l’evento di notte.

L’Africa con 1, 4 miliardi di abitanti.

Un continente enorme con problemi drammatici. Una parte importante della popolazione è alle prese con la sopravvivenza quotidiana: guerre, desertificazione, condizioni ambientali disastrose, miseria diffusa e povertà estreme. In particolare nell’area subsahariana e centrale. Quanti dispongono di un televisore? E quanti dispongono di energia elettrica? In diverse centinaia di milioni ne sono privi. La quasi totalità degli abitanti della Terra privi di allacciamento alla rete elettrica sono concentrati in Africa. La stragrande maggioranza nella giornata di lunedì 19 settembre ha avuto ben altro per la testa….per la sopravvivenza.

Infine l’Australia (25 milioni di residenti) e principalmente l’organizzazione chiamata Commonwealth delle nazioni. Organizzazione intergovernativa di 56 Stati indipendenti in gran parte “unificati” poiché precedentemente appartenenti all’impero britannico. L’organizzazione è stata fondata nel 1926 con sede centrale a Londra, conta circa due miliardi di abitanti, e dovrebbero nominalmente essere il principale serbatoio di visione dei funerali della regina. Ma è così? Il pezzo più grosso è l’India e valgono le considerazioni precedentemente scritte. Il nocciolo duro di questo “assemblamento” è dato dal cosiddetto Reami del Commonwealth costituito da 15 Stati: Antigua e Barbuda, Australia, Bahamas, Belize, Canada, Grenada, Giamaica, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Isole Salomone e Tuvalu. Per loro il soggetto sovrano del Regno Unito è anche loro Capo di Stato.

C’è una parte importante degli abitanti di nostra Gaia Terra che è in ben altre vicende affaccendate, di sopravvivenza quotidiana……non ha proprio voglia di televisione e di funerali in diretta. Infatti dal rapporto Sofi (2022) emerge che 828 milioni di persone soffrono la fame – più del 10% della popolazione mondiale; sono 150 milioni in più rispetto al 2019. Inoltre è fondamentale ricordare che nel mondo 2,2 miliardi di persone non ha accesso all’acqua e un gran numero non usufruisce di servizi igienici-sanitari.

In definitiva anche il nostro sistema informativo ha bisogno di vacue “simbologie”, erede di un caratterizzazione di mondo ormai in gran parte scomparso…. come il sistema di governo chiamato monarchia, con un/una regnante al posto del Presidente della Repubblica. Quindi con riti, personalizzazioni, feste… comprese le grandi ricchezze nei secoli accumulate. Un mondo ormai passato che non ha nulla da vedere con l’oggi. Altre gravissime questioni incombono.

Amplificare l’evento inglese – come avvenuto in Italia, per il gigantesco numero portato a riferimento e per pagine o trasmissioni (inclusi tg) nel corso di oltre dieci giorni – ha come conseguenza lo spostamento dell’attenzione dei cittadini. Si vuole, forse inconsciamente, rimodellare” il pensiero e l’attenzione su un passato mondo fiabesco caratterizzato da grandi tragedie. Nei fatti è un passato rimosso dalla forza dei processi della storia che si sono determinati in Italia, in Europa e nel mondo intero, nello specifico negli ultimi 50 anni. A chi è utile forzare la realtà?

La nostra Costituzione è repubblicana: e resta un faro perenne della democrazia, conquistata con durissimi sacrifici.

Le immagini sono state scelte dalla “bottega”: una vignetta di Benigno Moi e una vecchia fotografia con (geniale) didascalia.

 

 

Redazione
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