Un grido d’aiuto poco ascoltato in Nicaragua

Il Nicaragua è un paese sempre più depresso. Il suicidio si colloca attualmente al 12° posto tra le cause di morte (Causas defunciones) secondo il Ministero della Salute del paese centroamericano.

di Bái Qiú’ēn

Il suicidio è l’estremo tentativo di migliorare la propria vita (Michelangelo Buonarroti).

«Con intelligenza, creatività e determinazione… con la nostra grande anima nicaraguense, per grazia di Dio, nel 2022 abbiamo continuato a trasformare il nostro Nicaragua, avanzando in tutto il bene e tutto il meglio, moltiplicato e accresciuto dal buon pastore che guida il nostro passi, in comunione, fiducia e sicurezza che siamo Patria, e che siamo lavoro, pace, gioia e prosperità.

«Il nuovo mondo sta arrivando… Il mondo della giustizia, della fratellanza, della solidarietà e della pace… il mondo di allegrie che meritiamo, dalla nostra convivenza semplice, sincera e sensibile, che è il nostro spirito, il nostro impegno tenace e invariabile per andare avanti, con l’energia vittoriosa che conosciamo noi stessi. “Il Signore fortifica il suo popolo; il Signore benedice il suo popolo con la pace (Salmo 29:11)».

Con queste parole iniziano le oltre quattrocento pagine dell’Informe del Presidente de la República al pueblo nicaragüense y a la Asamblea Nacional. Gestión 2022. Testo “biblico” che presenta il Nicaragua come un vero e proprio Paradiso terrestre, destinato in breve tempo a migliorare grazie al Buon governo del comandante Daniel y la compañera.

Peccato che un piccolo dato, certamente ritenuto insignificante, è del tutto trascurato.

Nel Nicaragua del 2022 almeno 426 persone si sono suicidate in varie zone del Paese, secondo i dati ufficiali del Ministero della Salute(MINSA), i quali mostrano un leggero aumento rispetto al 2021, che aveva registrato 365 suicidi nel 2021 (+61) e 330 nel 2020 (+ 96). Per quanto sia un tema tabù, è innegabile la tendenza all’aumento anno dopo anno. Nel 2018, anno di forti tensioni socio-politiche, furono 372. Il suicidio si colloca attualmente al 12° posto tra le cause di morte (Causas defunciones) secondo il MINSA, superando coloro che muoiono per determinate malattie come per esempio quelle legate a patologie epatiche, nonostante l’alto tasso di alcoolismo e l’uso di droghe pesanti. Il ministero, però, non specifica la storia delle singole persone che si sono tolte la vita nel corso dell’anno, né se erano sottoposte a trattamenti o terapie specifiche. L’ipertensione («ando con nervios») nello stesso 2022 ha registrato ben 260.881 casi, essendo da parecchi anni la più diffusa malattia cronica del Paese: nel 2018 risultavano 172.681, con un aumento nel quinquennio di quasi centomila casi. Decisamente si può parlare di una nazione sempre più depressa. Secondo l’OMS «il 77% dei suicidi si verifica nei Paesi a basso e medio reddito» (World Mental Health, 2023) e l’Organizzazione Panamericana della Sanità (OPS) aggiunge che i suicidi e i tentativi di suicidio hanno un effetto domino che colpisce non solo le persone direttamente interessate, ma anche le loro famiglie, le comunità e la società nel suo complesso.

Per fare un facile paragone: nel 2020 i suicidi erano stati 330, mentre le morti ufficiali per Covid “soltanto” 164.

Considerando che la stessa OMS ritiene che per ogni suicidio vi siano oltre venti tentativi, in Nicaragua il numero di questi sarebbe di oltre 8.500. Per quanto le cifre del MINSA non forniscano dati disaggregati per età e per sesso, essendo il suicidio una delle cause principali di morte tra gli adolescenti e i giovani, non occorre essere degli psicologi o degli psichiatri per comprendere che la realtà socio-politica del Paese svolge un ruolo importante su questo fenomeno in costante crescita. Il dato del 2018, poi diminuito negli anni immediatamente successivi, è indicativo. Soprattutto se si confrontano con i dati degli anni anteriori non riportati nelle tabelle del MINSA: 2017= 281; 2016= 265; 2015= 251; 2014= 180. In un decennio, i casi di suicidio risultano quasi triplicati (per la precisione: due volte e mezzo), con una media di oltre uno al giorno.

Per correttezza informativa, occorre dire che i dati forniti negli annuari statistici della Policía Nacional, non corrispondono a quelli del MINSA, essendo in genere leggermente inferiori (per esempio: nel 2018 per la Policía furono 318, mentre il MINSA ne conteggia 372; per il 2020, al contrario, per la Policía i suicidi furono 344, mentre per il MINSA 320). Con tutta probabilità le discrepanze si devono all’intervento o meno della stessa Policía, per quanto sarebbe assai semplice basarsi sui referti autoptici. In ogni caso, essendo i numeri un optional per la mentalità nicaraguense, ogni dato e ogni statistica devono essere presi con le dovute cautele. Ciò nonostante, e per quanto sia possibile ipotizzare una mancata coordinazione tra le due istituzioni, per gli ultimi entrambe riportano cifre sempre superiori ai 300 suicidi.

In ogni caso, è indubitabile che la recessione economica e la disoccupazione che hanno colpito duramente il Paese a partire dal 2018, rendono fragili le persone che cercano un modo per sopravvivere o per mantenere la propria famiglia. Poco credibile è infatti la motivazione «passionale» fornita come causa principale dalla Policía, quando persino ragazzini di appena dieci anni si suicidano (com’è accaduto nell’agosto del 2022) o tentano di farlo. Non fornendo informazioni più dettagliate, il MINSA evita accuratamente di specificare se i ragazzini e gli adolescenti suicidi siano da annoverare tra i lavoratori informali che vendono cianfrusaglie ai semafori, o siano figli di benestanti. Saremo pure dei pessimisti incalliti, ma propendiamo per la prima ipotesi, come forma di fuga da una situazione stressante, ritenuta ormai ingestibile e alla quale non si vede alternativa possibile: difficile affermare con certezza le cause della depressione che conducono al suicidio, le quali hanno a che vedere non solo con la storia personale e familiare, ma spesso con quella del Paese. Senza dubbio, si tratta di giovani che non hanno la forza per affrontare i problemi che li affliggono, spesso dovuti a una miscela esplosiva di problematiche.

Se per la Policía la maggior parte dei suicidi avvengono per ragioni sconosciute, ci diceva con un tono di voce assai triste e sconsolato una vicina di casa, sandinista storica: «Qui nulla si può dire, soprattutto la verità». Non a caso, è una dei tanti e tante nicaraguensi che ripeteva costantemente «ando con nervios». Tenendosi tutto dentro, per timore di vedersi arrestati o espulsi dal Paese con tanto di cancellazione della propria nazionalità, il suicidio è un grido d’allarme che indica il dolore stesso di vivere in una situazione da Grande Fratello (o Grande Sorella): un dolore conservato internamente, che aumenta giorno dopo giorno.

Il suicidio è l’ultimo grido di chi si sente soffocare e non può esprimersi liberamente e non riesce a vedere alcun possibile miglioramento futuro.

Il testo completo dell’Informe del Presidente Daniel (pp.448)

Redazione
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