Un mondo Medio da inventare: lettere…
… di bambini: dalla periferia di Chiavari al Niger
di Mauro Armanino (*)
La letterina era assieme a quelle dei suoi compagni di classe. Fanno le elementari alla periferia di Chiavari, in Liguria e si preparano alla prima comunione. E’ Cinzia, la loro giovane catechista, che ha parlato loro del Niger, del Sahel e dell’Africa perché sia aprano all’altro mondo. C’è lo scritto di Andrea col disegno di un grande cuore colorato di rosso che si chiede come aiutare i bambini poveri dell’Africa. Segue la letterina di Lorenzo che si domanda come sono mai le case dei poveri e disegna in alto i grattacieli dell’america e sotto, separate da una frontiera, tre piccole case allineate dell’africa, America e Africa sono da lui scritte in lettere minuscole. Termina la sua lettera domandandosi dove mai troveranno il cibo da mangiare. Quanto a Noemi, dello stesso gruppo di bimbi, chide come stanno i bambini bisognosi. Ricorda che, nel corso della lezione, avevano ascoltato le beatitudini e che una di queste affermava che i poveri sono ‘beati’. Termina il messaggio chiedendo notizie del confratello rapito con l’augurio che venga presto ritrovato. C’è, infine, la letterina di Marica. Domanda in che cosa consiste la missione qui e se è vero che in Africa aiutiamo i poveri. Dopo il suo ciao si trovano tre mondi disegnati sotto forma di volti, ognuno dei quali porta sopra una scritta. Il mondo povero, con la bocca triste, che chiede aiuto. C’è accanto il mondo ricco, visivamente disturbato, che commenta: guarda quel poveraccio. E infine, sotto i due mondi citati, c’è il terzo, che Marica chiama il mondo Medio che, solo tra i tre, alberga un sorriso.
Il mondo Medio, così definito da Marica nella sua lettera, è il mondo da inventare quest’anno appena cominciato. Un compito apparente fallito in partenza viste le condizioni e il contesto nel quale si è venuto a trovare il nostro Sahel. Un mondo Medio che potrebbe apparentarsi a quello di Utopia, di Thomas Moore, nato per contestare il disordine esistente al momento. Non si tratta del progetto della cosiddetta Terza Via che, strada facendo, ha perduto ogni credibile ragione d’essere, quanto di un mondo da creare, inventare, esperimentare e tentare. Nè poveri nè ricchi, lascia intravvedere il disegno di Marica che, anche nel nome attribuito al suo mondo, lascia spazio sufficiente alla fantasia che solo i bambini lasciano libera di migrare. Certo, gli scritti citati, alcuni tra i tanti ricevuti, non danno indicazioni di metodo e di strategia per disegnare questo nuovo mondo chiamato, per felice intuizione, Medio. C’è però una precondizione va posta all’inizio del cantiere di lavoro. Si tratta dello sguardo che potremmo definire ‘rovesciato’ sulla realtà dei mondi che ne determinano la nostra lettura. Denaturalizzare la povertà o la miseria implica, proprio come ha ingenuamente fatto Marica, mettere in relazione il mondo povero e il mondo ricco. Uno non sta senza l’altro e uno esiste perché c’è l’altro. I due mondi disegnati, ognuno col volto adattato al contesto, sono realtà che si specchiano una nell’altra. Ai poveri, per diritto, appartiene il mondo.
Marica, coi suoi 9 anni di età, ha disegnato l’essenziale perché i bimbi vanno per intuizioni. Essi sanno bene che il mondo MEDIO è quello del possibile, l’unico reale, frutto della fantasia e dell’utopia che accompagna i sogni di un mondo altro. In un’altra lettera, mandata per mail dai genitori e scritta da Giorgina, lei afferma testualmente che darà la metà del suo salvadanaio per coloro che, come lei, hanno diritto di mangiare e andare a scuola. Cose da bambini e cose da grandi, e cose dell’altro mondo, cose da mondo Medio. Perchè il mondo Medio in gestazione, prima denaturalizza la povertà, poi accusa la ricchezza e infine insinua la solidarietà. Nè lei, Andrea, Lorenzo, Noemi o Marica sanno quanto accade nel Sahel. Non immaginano lo sfruttamento endemico delle risorse minerarie, il degrado ambientale, l’assenza dello stato in vaste zone della regione, l’insurgenza dei gruppi armati che seminano terrore, sofferenza e esacerbano le divisioni esistenti nelle società. Difficilmente potrebbero capire le connessioni politiche e le complicità che hanno facilitato il processo che si sviluppa ormai da anni in questo spazio cosi’ provato dai cambiamenti climatici e demografici. Proprio per questo, Marica e gli altri, senza volerlo, hanno disegnato un mondo nuovo, un mondo Medio, un mondo solidale, da inventare ogni giorno.
(*) Niamey, gennaio 2020. Missionario a Niamey, capitale del Niger, dall’aprile del 2011, Armanino segue il fenomeno della migrazione da uno dei suoi maggiori punti di snodo: il Niger, cerniera tra l’Africa sub-sahariana e il Nord-Africa.