Un piano Marshall in Africa?
«Ti chiedo scusa Antonio (Albanese) ma credo che tu sia in errore»
di Angelo Maddalena
Ho visto a Mizar un’intervista ad Antonio Albanese che presentava il suo nuovo film «Contromano» e purtroppo gli ho sentito dire che si augura un Piano Marshall per l’Africa. Io invece spero di no
Mi sembra che Albanese sia un po’ confuso: parla di un Piano Marshall per l’Africa ma poi indica l’esempio di Slow food che aiuta a coltivare orti nei Paesi africani. E’ bello e importante quello che dice di suo padre siciliano emigrato a Milano negli anni ’50 e anche altre cose, tipo il viaggio che ha fatto in Mauritania per girare il film ecc. Però quando parla di Piano Marshall si avventura in un terreno pericoloso: a questo punto dovrebbe parlare degli Stati Uniti, di Cina e di Russia – ma anche l’Europa (Francia in testa) è in gioco – che si stanno accaparrando quel che resta dell’Africa. E l’Italia “africana”? Qualcosa di ENI (e veleni) sappiamo; aziende italiane vendono armi ecc.
Altro che Piano Marshall, caro Antonio: mi rivolgo a te così perché abitavi nella stessa palazzina a Milano (in via Tagiura 8) dove io ero negli anni dell’Università. Ti rispetto e stimo ma certe cose dovresti pesarle meglio, se no “scivoli”. Se parli di Piano Marshall devi anche denunciare il contrario o il “Marshall contromano” (per riprendere il titolo del tuo film) che è in atto da secoli e continua nei nostri decenni, cioè la rapina dell’Occidente nelle Afriche. Anche perché il vero Piano Marshall – che ha coinvolto l’Italia e l’Europa – cioè gli aiuti degli Usa dopo la seconda guerra mondiale – ha comportato la militarizzazione, come controparte, di molti territori dell’Europa, Italia compresa, con armi statunitensi (anche atomiche) pronte a partire per scannare i popoli del Medioriente o dei Balcani.
Caro Antonio non dovresti scordarlo come non dimentichi le sofferenze e i sacrifici dei migranti del Sud verso il Nord Italia degli anni ’50.