Un vero poeta è anche una vera continua sorpresa
Ezra Pound, il letterato, insieme a Céline, più discusso del Novecento, in quanto poeta riserva sempre qualche sorpresa. Tipo lo breve citazione che sotto riporto.
Peccato il suo antisemitismo lo rendesse schiavo dell’ideologia criminale nazista. Lui non aspettava di essere liberato. Era più schiavo degli schiavi. Schiavo di se stesso. Tanto schiavo da non aspirare neppure alla libertà. La libertà dal pregiudizio.
Mauro Antonio Miglieruolo
Sì, appunto. Come li sistemiamo questi personaggi? Ezra Pound, Celine. Per altri versi (è il caso di di dire ‘versi’), senza Dannunzio forse non sarebbe stata possibile la poesia di Montale.
Come li affronta questi ‘scolia’ colui che si sente (ed è di sinistra? E per me esiste ancora un essere di sinistra o di destra).
Forse dobbiamo procedere come macellai e ritagliare da un animale il taglio pregiato, il filetto, e lasciare le coratelle ai cani? Ma è pensabile una tale opera di macelleria nella valutazione di un uomo? Se questo è un uomo? Come procediamo con una schizofrenica separazione tra uomo e artista? Solo una riflessione molto articolata può tenere tutto insieme senza affidarci al dogma. Come facciamo a tenere insieme certe dichiarzioni del Papa attuale, che sono come bombe che mandano in frantumi luoghi comuni e conformismi e che neppure certo basso politicame di sinistra si azzarda a fare a cuor leggero senza calcolare equilibri e contraccolpi? Come lo facciamo stare insiem, dico, con quello che storicamente il papato rappresenta?
Esistono vari livelli d’esercizio della critica. Esiste un livello ideologico e uno politico, uno formale e un altro contenutisticio, e ancora un terzo che tiene conto di ambedue. Ne esitono altri che, per non appesantire, evito di citare. Sulla base del livello in cui ci si colloca si opereranno i “tagli” o le interazioni che uno riterrà necessario operare. L’artista e la sua opera sono materia di esercizio dell’intelligenza o anche del solo gusto personale. Il risutato sarà a sua volta sottoposta al bisturi di chiunque si voglia esercitare. Questa operazione si chiama fare cultura e si chiama confronto. Io e lei lo stiamo facendo.
Assistiamo a giudizi su grandi uomini del passato (oggi non se ne vedono più) fatti da supponenti di non si sa quale cultura.