Una filastrocca e un po’ di caramelle
78 centesimi
di Maria G. Di Rienzo
Sì, la panchina, mi siedo
E il supermercato neppure lo vedo
Tanti anni come chicchi appassiti
Troppi volti che conoscevo svaniti
A quell’altezza là, ascolta, ascolta
Non c’era il parcheggio una volta
Tornavo a casa passeggiando fra i tigli
O andavo in bicicletta assieme ai figli
Tramonti e inverni, i profumi, le estati
Tu non ricordi quando c’erano i soldati
Oh dio, quelle divise nere, e i morti fucilati
Correvo veloce, ero svelta da bambina
E la nostra scuola era in cima alla collina
Non l’ho incontrato là, il mio monello
Tirava sassi con la fionda dal cancello
E già, parlo da sola, proprio come una matta
Si secca la bocca, la lingua pare di latta
Io adesso vorrei, vorrei una caramella
Menta fresca nel campo, assieme a mia sorella
Il presente e il passato – e non ho soldi per il supermercato.
La settimana scorsa, una signora di 76 anni ha rubato in un supermercato di Milano un pacchetto di caramelle da 78 centesimi. L’audacia del furto e l’ammontare clamoroso dello stesso hanno indotto il valoroso responsabile del punto vendita a rincorrere l’anziana, bloccarla e chiamare la polizia. La signora si è scusata e ha ammesso – Orrore! Una “sfigata”! – di non avere neanche uno dei 78 centesimi necessari all’acquisto. Le caramelle gliele hanno pagate i poliziotti, fra gli applausi dei clienti presenti.
Ho sentito dire che un filantropo nostrano, coetaneo della signora, abita proprio da quelle parti e ha ormai riversato su “ragazze bisognose”, purché nude o seminude, centinaia di migliaia di euro. Ovviamente l’anziana, per età, non risponde al requisito principale per ottenere sovvenzioni “olgettiniche”, ma che finisca svestita, grazie alle politiche economiche governative, è solo questione di tempo.
UNA BREVE NOTA
Questo testo è ripreso dal bellissimo blog lunanuvola.wordpress.com/ … Se rileggete con calma la filastrocca noterete che…. va beh, ve lo dico (in effetti era sfuggito anche a me): leggete la prima lettera di ogni riga e avrete una sorta di “prezzo della vergogna” ovvero quanto un “astratto” supermercato valuta la vita di una concreta donna. (db)