Una poesia-lettera (bellissima) in borsa
di Shaima El Sabbagh (*)
Poetessa egiziana e militante per i diritti civili, Shaima El Sabbagh è stata uccisa il 24 gennaio mentre portava fiori rossi a piazza Tahrir, per ricordare l’anniversario delle rivolte del 2011.
Non sono sicura
Davvero, non era altro che una borsa
Ma da quando l’ho persa, sono guai
Come affrontare il mondo senza di lei
Specialmente
Perché le strade ci ricordano insieme
I negozi conoscono più lei che me
Perché era lei a pagare
Riconosce l’odore del mio sudore e le piace
Conosce tutti gli autobus
E ha un rapporto diverso con ogni autista
Ricorda il prezzo del biglietto
Ed ha sempre gli spiccioli giusti
Una volta ho comprato un profumo che non le piaceva
Me l’ha fatto versare tutto così non potevo mettermelo
A proposito
Ama anche la mia famiglia
E si porta sempre dentro una fotografia
Di tutti i suoi cari
Chissà cosa prova ora
Forse è piena di paura?
O disgustata dalla puzza di sudore di un’estranea,
Infastidita dalle nuove strade?
Fermandosi in uno dei negozi dove entravamo insieme
Sceglie ancora gli stessi articoli?
Comunque le chiavi di casa le ha lei
E allora sto qui ad aspettarla.
(*) Testo ripreso da http://comune-info.net/ . La lettera-poesia è stata tradotta in inglese dall’arabo da Maged Zaher e in italiano (dall’inglese) da Pina Piccolo; fonte originaria nazioneindiana.com.
Grazie.
c.
Bella e gentile. Un “fiore” reciso ed assassinato. Gli ultimi tragici eventi in Egitto, assieme agli altri precedenti, sono intensamente drammatici. Una greve dittatura militare ammorba il paese. Da noi non c’è sdegno in giro. Non c’è solidarietà internazionale, non c’è movimento. Tutto tace. Quest’ultima notizia è passata, fugace, in ben pochi dei nostrani organi di informazione. A parte alcune note ben teleguidate, tutto ciò che succede fuori dei confini italici ed europei non ha udienza. Predomina sempre il vecchio modello colonialista. Le nostre generali coscienze per lo più dormono, ammaestrate ormai dai soporiferi quotidianamente distillati.
Eppure, Shaima El Sabbagh, con il suo sguardo fiero e battagliero, ormai spento, ci guarda….invano.
Grazie, cari amici, per l’attenzione prestata alla divulgazione della Sua bella poesia..
La poesia chiusa dentro questa borsa è vita piena, consapevole. Chi l’ ha strappata non merita fiato. Solo disprezzo.