Una (seconda) scor-data: 1 febbraio 2012
Nell’Egitto in rivolta 74 morti a Port Said
di Monica Macchi (*) con un video preparato dagli ultras
«Il calcio è importantissimo in Egitto… è come la religione. Nella maggior parte dei Paesi si nasce ebrei, musulmani o cristiani. In Egitto nasci Ahly o Zamalek». Adel Abdel Ghafar, nipote di Abdel Khaliq Sarwat Pasha, fondatore dell’Al-Ahly.
L’intifada egiziana è riuscita a cambiare questa situazione, anche se non ha cancellato del tutto la loro profonda rivalità. Infatti, nonostante non abbiano una precisa connotazione politica (se non a livello individuale) né legami formali con i club di riferimento, gli ultras – divisi negli stadi – si sono ritrovati fianco a fianco nelle grandi manifestazioni di protesta contro il regime. In particolare durante i 18 giorni di Tahrir, la loro esperienza di battaglia (visto che da anni erano abituati a scontrarsi con la polizia fuori e dentro gli stadi) è stata fondamentale, sia come tattica di guerriglia, sia come organizzazione dei ruoli (cordoni di protezione o evacuazione dei feriti) sia come supporto morale. Così ad esempio, in “كتاب الألتراس “ (il libro degli Ultras) Mohamed Gamal Besheer, racconta di un video postato su YouTube il 22 gennaio 2011, con cui gli ultras dell’Al-Ahly rassicuravano tutti gli egiziani sulla loro presenza in piazza e Ahmed Maher, uno dei fondatori del Movimento 6 aprile, ha sottolineato più volte «il ruolo davvero grande dei tifosi di calcio».
Il 1 febbraio 2012 durante e dopo la partita tra Al-Ahly e Al-Masry allo stadio di Port Said c’è stata una vera e propria caccia all’uomo che si è conclusa con 74 morti (soprattutto per accoltellamento e asfissia perché i cancelli erano chiusi e non c’erano vie di fuga) e più di 1000 feriti. Gli ultras hanno subito accusato i mukhabarat (i servizi segreti), i fulul (cioe’ i “rimasugli” del vecchio regime… alle ultime elezioni presidenziali nella circoscrizione di Port Said ha vinto Shafiq) e i baltagheyya (sgherri del regime pagati per infiltrarsi e provocare scontri ) di aver organizzato e pianificato a tavolino gli scontri come vendetta per il ruolo giocato dagli ultras dell’Al-Ahly non solo a Tahrir ma anche negli scontri successivi di via Mohammed Mahmud nel dicembre 2011.
Pochi giorni fa una sentenza di pena di morte per 21 imputati (tutti tifosi dell’Al-Masry) ha riportato in piazza gli ultras dell’Al-Ahly; alcuni solo per “festeggiare” ma altri hanno marciato (scontrandosi con la polizia, ca va sans dire…) per arrivare al ministero dell’Interno e continuare a mantenere alta l’attenzione e la tensione sull’altra parte del processo: infatti non sono state pronunciate le sentenze nei confronti di 3 dirigenti dell’Al-Masry e di alcuni poliziotti e ufficiali dell’esercito considerati i veri responsabili e mandanti. Hanno anche portato in piazza una dichiarazione congiunta di vari gruppi di ultras minacciando un’azione comune contro la ripresa del campionato finché «completa giustizia non verrà fatta» visto che il 26 gennaio la Lega Calcio ne ha annunciato la ripresa per febbraio. Ci sono infatti moltissime pressioni per far ripartire il circo mediatico del calcio, che oltre a essere un business (molti soldi girano fra sponsor, diritti televisivi ecc) costituisce una importante valvola di sfogo sociale, soprattutto in una situazione di crisi economica e disoccupazione come quella che sta attraversando l’Egitto.
Gli ultras non si fidano dei media mainstream, che li hanno dipinti come «teppisti drogati», così hanno scritto una canzone e montato un video. Ecco cos’è successo a Port Said nelle parole degli ultras in «hikayatna» cioè “il nostro racconto” (qui sotto la traduzione).
http://www.youtube.com/watch?v=2io-m6X_KeI
IL CALCIO, QUANDO SIAMO ARRIVATI NOI, ERA PIENO DI BUGIE E DI INGANNI
ERA UN’ARMA DI “DISTRAZIONE DI MASSA” E UNA MASCHERA PER L’AUTORITÀ
HANNO TENTATO DI RENDERLO UNA MERA APPENDICE DECORATIVA E DI FARNE LA PRINCIPALE PREOCCUPAZIONE DEL PAESE
MA NON HANNO TENUTO CONTO DELLO STADIO, PIENO DI MILIONI DI PERSONE
DAI, PROVATECI, PROVATE ANCORA A UCCIDERE L’IDEA
L’INGIUSTIZIA È DAPPERTUTTO
NON DIMENTICHERÒ MAI IL VOSTRO PASSATO:
SIETE STATI GLI SCHIAVI DEL REGIME
DAI, PROVATECI, PROVATE ANCORA A UCCIDERE L’IDEA
L’INGIUSTIZIA È DAPPERTUTTO
NON DIMENTICHERÒ MAI IL VOSTRO PASSATO:
SIETE STATI GLI SCHIAVI DEL REGIME
E QUANDO È SCOPPIATA LA RIVOLUZIONE SIAMO SCESI NELLE STRADE DI TUTTO IL PAESE
SIAMO MORTI PER LA LIBERTÀ E PER FAR CADERE I SIMBOLI DELLA CORRUZIONE
NON ABBIAMO ANCORA FINITO, IL REGIME C’È ANCORA
QUELLI DELLA POLIZIA INTERNA SONO DEI CANI E L’INGIUSTIZIA E’ DAPPERTUTTO
DAI, PROVATECI, PROVATE ANCORA A UCCIDERE LA RIVOLUZIONE
LA PAROLA “LIBERTÀ” VI FA IMPAZZIRE
NON IMPORTA QUANTO BRUTALE SIA IL GUARDIANO
DI FRONTE ALLA MIA VOCE È UN CODARDO
DAI, PROVATECI, PROVATE ANCORA A UCCIDERE LA RIVOLUZIONE
LA PAROLA “LIBERTÀ” VI FA IMPAZZIRE
NON IMPORTA QUANTO BRUTALE SIA IL GUARDIANO
DI FRONTE ALLA MIA VOCE È UN CODARDO
I MIEI AMICI SONO MORTI NELLO STADIO E LA POLIZIA STAVA A GUARDARE
L’ABBIAMO DETTO ALLO STADIO DI FRONTE A MILIONI DI PERSONE
“ABBASSO IL REGIME CHE CI UCCIDE TUTTI I GIORNI GENERAZIONE DOPO GENERAZIONE”
CI HANNO TESO UNA TRAPPOLA, HANNO ARCHITETTATO L’IMPENSABILE
HANNO UCCISO I NOSTRI COMPAGNI PIÙ CARI E IL SOGNO DEI GIOVANI
A PORT SAID LE VITTIME HANNO VISTO IL TRADIMENTO PRIMA DI MORIRE
HANNO VISTO IL REGIME CHE PRESENTAVA SE STESSO COME UNICA ALTERNATIVA AL CAOS
IL REGIME PENSAVA CHE LA SUA MORSA L’AVREBBE RESO INTOCCABILE
E AVREBBE FATTO INGINOCCHIARE I RIVOLUZIONARI DAVANTI AI MILITARI COME PRIMA…
NON PIU’!
SCATENATE PURE I CANI E PORTATE IL CAOS OVUNQUE
MA IO NON AVRÒ MAI PIÙ FIDUCIA IN VOI E NON VI PERMETTERÒ DI CONTROLLARMI UN SOLO GIORNO IN PIÙ
A PORT SAID, QUANDO L’ESERCITO HA APERTO LA PORTA, QUEI CANI SI SONO DILEGUATI
E IL CAOS HA TRAVOLTO TUTTO E HANNO UCCISO LA GIOVENTU’ PIU’ BELLA
FRA DI LORO C’ERANO INGEGNERI, LAVORATORI, C’ERANO ANCHE DEI RAGAZZI
SCAF, BASTARDI, QUANTO VALE IL SANGUE DI UN MARTIRE
A QUANTO LO AVETE VENDUTO PER PROTEGGERE IL REGIME
DI CUI ANCHE VOI FATE PARTE?
(*) Monica Macchi è la curatrice della sezione Tahrir Square (http://www.formacinema.it/). Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scor-data», di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Ma capiterà che certi giorni le «scordate» siano due… o persino tre. Come oggi. Per «scor-data» si intende ricostruire una persona o un evento che per qualche ragione la gente “per bene” ignora, preferisce dimenticare o rammenta “a rovescio”. Molte le firme e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevissimi, magari solo una citazione, un disegno o una foto. Se l’idea vi piace fate circolare le “scor-date” o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo che sta nascendo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)
interess
antiss
imo….bravi!!!