Una torre per Margherita
di Gianluca Cicinelli (*)
Una notizia positiva, almeno per una volta. Il caso di Margherita Maria Caselli, una bimba disabile che ad aprile scorso aveva chiesto al padre di essere portata in gita sulla Torre di Pisa, forse il monumento più difficile da abbordare per chi deve misurarsi con le barriere architettoniche. Il padre si è allenato per mesi e ora è pronto a portarla sulle spalle fino in cima, 297 scalini.
Parliamo di questo episodio per un motivo in particolare. Si è attivata infatti una catena di solidarietà che renderà l’impresa di Margherita particolare. E’ stato approntato uno zaino da trekking particolare che permetterà al padre, Junio Cristiano il suo nome, di realizzare in settembre il desiderio della figlia portandola in spalla. Coinvolta l’Opera della Primaziale pisana, coinvolto il Cus Pisa, il gruppo sportivo che si è reso disponibile a seguire l’evento.
Ecco perchè ne parliamo. Perchè è possibile. Tutto qua. Una bimba disabile ha espresso un desiderio, il padre se n’è fatto portavoce e gli enti interessati si sono attivati rendendo possibile realizzarlo. Qualche difficoltà da superare, naturalmente, per un buon fine. Fosse sempre così. Ma sempre così non è e lo sappiamo bene.
Pochi mesi fa è stata necessaria una sentenza di Tribunale per convincere i residenti di un condominio di Bologna della necessità di allargare di pochi centimetri le porte dell’ascensore per un inquilino disabile. Non ne volevano sapere. hanno portato studi falsi per cui sarebbe caduto il palazzo. C’è voluto il Tribunale.
Autostrade, studi medici, poste, musei, scuole, ristoranti, trasporti pubblici, sono monumenti al divieto di mobilità per disabili in Italia. C’è una legge, forse tra tante la più disattesa da sempre, la 118 del 1971, il primo vero provvedimento legislativo sulle barriere architettoniche, che prescrive che gli edifici pubblici o aperti al pubblico, anche già costruiti, devono essere tali da consentire l’accesso alle persone con disabilità.
Se siete disabili o avete amici disabili o siete operatori sociali o semplicemente siete attenti osservatori e osservatrici dell’ambiente circostante, soprattutto vivendo in città ammassate come Roma, lo vedete subito che poche leggi sono più disattese di questa sulle barriere architettoniche.
Ogni tanto qualche comune o assessore intraprendente riesce a stanziare migliaia di euro per l’abbattimento di qualche barriera, ma senza influire sul quadro generale. La vicenda semplice e lineare di Margherita ci fornisce lo spunto per far notare che in pochi campi come quello delle barriere architettoniche per abbatterle prima ancora dei soldi serve vederle.
(*) articolo in origine pubblicato su https://diogeneonline.info/una-torre-per-margherita/