Utopia: tre mesi a Varese
Si finisce il 4 dicembre.
Gli appuntamenti sono per chi abita in zona… ma le idee e le discussioni (come i desideri, gli errori e le omissioni) “in programma” possono tornare utili a tutte/i
La “bottega” riceve da Varese questi appunti che “monta” a modo suo; con invidia…
Utopia è immaginare il futuro, un futuro pensato e governato. Viviamo un’epoca in cui sembra che la realtà ci domini senza lasciarci scampo, in cui presenze lontane, a cui non sappiamo dare un nome né un volto, decidono il nostro destino. Utopia è invece darsi gli strumenti di conoscenza e ragionamento per dare al mondo la forma che desideriamo.
Per questo il festival dell’Utopia non è una kermesse spettacolare ma un laboratorio di idee e di esperienze, un confronto vero, in cui il pubblico viene sollecitato a pensare oltre al presente, a trasformarsi in utopista.
L’edizione 2017 è organizzata attorno a tre fili conduttori.
Agricoltura e città: modelli di utopia concreta
La parte dedicata all’agricoltura è stata progettata da un gruppo di lavoro formato, oltre che da Universauser, dall’assessore all’ambiente del Comune di Varese, Dino De Simone, dal DES (distretto di Economia Solidale) di Varese e da soggetti della produzione e della distribuzione locali. Dalla questione centrale, nutrire a metà del secolo oltre 9 miliardi di persone – su cui ragioneranno Luca Colombo e Marco Bertaglia – si passa alle reti che integrano consumatori, produttori e distributori per “la buona agricoltura” e alla possibilità che anche la città si dia una “politica del cibo”. La città è sempre più luogo di sperimentazioni e nuove centralità: nel festival vogliamo guardarla da punti di vista inediti, dalle periferie, innanzitutto, e con gli occhi degli abitanti più fragili, nella sua evoluzione storica da borgo a capoluogo di provincia, nel suo possibile protagonismo nella sfida più difficile del nostro tempo, i cambiamenti climatici.
Umanesimo: il secolo dell’arte e della cultura.
L’anno scorso ricordavamo i 500 anni della pubblicazione di “Utopia” di Thomas More. Quest’anno desideriamo tornare al secolo che lo ha preparato e preceduto, il secolo dell’Umanesimo. Ci accompagneranno personalità note ai varesini. Doriana Giudici si soffermerà sugli strumenti che hanno favorito, accompagnato e contribuito alla diffusione dell’Umanesimo: l’invenzione della stampa e le nuove strutture scolastiche. Bruno Belli, che ama chiamarsi umanista, ripercorrerà la nascita del melodramma. Rita Zumin esplorerà come si modifica la concezione utopica in funzione della concezione diversa del tempo. Mario Speroni ripercorrerà l’elaborazione giuridica dell’umanesimo. Enrico Cerri ci restituirà il ruolo centrale del ritratto.
Il futuro dell’impresa e del lavoro.
L’impresa civile è la nuova parola d’ordine di un’impresa non dedita al solo profitto, ma attenta al suo rapporto con l’etica, con l’ambiente, con le sue responsabilità sociali. Abbiamo scelto due modi: i metodi e gli strumenti con cui dar corpo alla “responsabilità sociale d’impresa” e ritornando alla figura del vero utopista concreto della nostra recente storia, Adriano Olivetti. L’altro versante dell’economia è il futuro del lavoro. Non ci occuperemo dei fattori ciclici e contingenti delle difficoltà del lavoro, ma delle sue prospettive a medio termine, a partire dalla minaccia che la tecnologia, soprattutto quella digitale, riduca lo spazio del lavoro, modificando nello stesso tempo, e in profondità, il ruolo che il lavoro occupa nella società e nella vita delle persone.
Il festival dell’Utopia è organizzato da Universauser, affiliata all’associazione nazionale Auser, con il patrocinio del Comune di Varese, della Provincia di Varese e dell’Università degli Studi dell’Insubria.
GLI APPUNTAMENTI: