Venezuela: cosa si nasconde dietro all’omicidio di Robert Serra

di David Lifodi

In Venezuela l’opposizione antibolivariana e guarimbeira alza il tiro: il 1 ottobre scorso dei sicari si sono introdotti nell’abitazione del deputato del Psuv (il Partito Socialista Unito del Venezuela) Robert Serra, nel quartiere popolare la Pastora (zona ovest di Caracas), e lo hanno assassinato insieme alla moglie Maria Herrera. Si tratta di un omicidio politico che, come tanti altri episodi di violenza orchestrati dalla destra eversiva, mirano a destabilizzare il paese e a creare le condizioni per la salida, l’uscita di scena, del presidente Maduro e, più in generale, della rivoluzione bolivariana.

L’omicidio di Serra non è affatto casuale. Il più giovane deputato a fare il suo ingresso nel Parlamento venezuelano, a soli 27 anni, Serra aveva più volte denunciato i piani dei vendepatrias (così sono chiamati dai chavisti gli esponenti dell’opposizione) e i loro legami con il paramilitarismo colombiano: in particolare, il ragazzo aveva le prove dei legami tra l’estrema destra colombiana uribista, legata cioè all’ex presidente colombiano Uribe, e i guarimbeiros. Non è un caso che il Parlamento venezuelano abbia dichiarato recentemente l’ex inquilino di Palacio Nariño come persona non gradita. Uribe ha trascorso tutta la sua vita nel tentativo di arrestare le istanze progressiste del continente: tra il 1980 e gli inizi degli anni ’90, prima come sindaco di Medellín e poi in qualità di senatore, partecipò e appoggiò l’operazione di sterminio condotta contro i militanti del partito della sinistra colombiana Unión Patriótica (Up). Le azioni contro Up  causarono la morte di 8 congressisti, 13 deputati, 70 consiglieri comunali, 11 sindaci e circa 5000 militanti. Esistono video che provano l’attività condotta dall’ex presidente colombiano per destabilizzare il Venezuela, in particolare uno che ritrae l’attivista di estrema destra Lorent Gómez insieme a Uribe, entrambi intenti a compare armi e a contattare franco tiratori per sabotare le istituzioni venezuelane. Nel video, i due progettano azioni militari organizzate da mercenari per scatenare il casus belli da utilizzare per rovesciare Maduro. Il barbaro assassinio di Robert Serra, inoltre, richiama alla mente episodi simili avvenuti nel recente passato, a testimonianza della pericolosità dell’opposizione golpista venezuelana, che certa stampa, compresa quella di casa nostra, continua incomprensibilmente e definire democratica, Repubblica in testa. Solo cinque mesi fa fu ucciso il dirigente bolivariano Eliézer Otaiza, presidente del consiglio municipale di Libertador, mentre nel 2004 era stato eliminato il giudice Danilo Anderson. In nessun caso si tratta di omicidi casuali, ma, ancora una volta, mirati. Otaiza aveva partecipato, insieme a Chàvez, sia alla ribellione civico militare del 4 febbraio 1982, sia al caracazo del novembre dello stesso anno. Anderson, invece, stava indagando sui responsabili del colpo di stato che nel 2002 portò all’effimera presidenza del padrone della Confindustria venezuelana Pedro Carmona Estanga a seguito dell’estenuante serrata filo-padronale che, anche in quella circostanza, intendeva riportare al governo del paese le forze più reazionarie.  L’omicidio di Serra, come quelli di Anderson e Otaiza, hanno profondamente commosso la sponda bolivariana del Venezuela, ma è cresciuta anche la tensione quando il presidente Maduro ha dichiarato che nelle ultime settimane sono state disarticolate almeno quattro formazioni terroristiche, una delle quali aveva nel mirino il ministro dell’Istruzione Héctor Rodríguez. Ancora oggi, la destra ha cercato di sfruttare, non senza vergogna, l’omicidio di Serra. I fascisti di Voluntad Popular (a cui appartiene anche il golpista Leopoldo López, dipinto come un sincero democratico che si trova in carcere) hanno colto l’occasione per battere ancora una volta sul tasto dell’insicurezza, mentre il candidato presidenziale Henrique Capriles, sconfitto sia da Chàvez sia da Maduro, ha dichiarato che la morte di ogni venezuelano merita rispetto. Capriles, che peraltro è stato ormai scavalcato a destra da Voluntad Popular, si guarda bene dal dichiarare che Serra non era un cittadino venezuelano qualsiasi, ma un esponente politico del Psuv a conoscenza dello stretto legame tra Álvaro Uribe e Lorent Gómez e dell’intento di entrambi di mettere in pratica la cosiddetta Operación Libertad, che avrebbe dovuto liberare il paese dalla presidenza di Maduro. Il 2 ottobre Robert Serra aveva in programma di partecipare ad un incontro a Cùa, nello stato di Miranda, sul tema “Fascismo, vanguardia extrema de la burguesía”, per cui la data stessa dell’omicidio sembra tutt’altro che casuale, come se l’intento dei sicari fosse quello di dare un avvertimento preciso, nonché inquietante, a tutti gli esponenti del Psuv. Il giornalista e docente universitario messicano Carlos Fazio, su Rebelión, ha riferito su una serie di incontri avvenuti tra fine giugno e inizio luglio a Guadarrama, nei pressi di Madrid, tra personalità della destra radicale venezuelana ed europea. Tra i partecipanti, il deputato Julio Borges e il sindaco di Chacao, Ramón Muchacho, provenienti direttamente da Caracas, ma anche esponenti dei servizi segreti spagnoli e, soprattutto, l’ex presidente spagnolo Aznar, che svolse un ruolo di primo piano anche in occasione del tentato colpo di stato del 2002.  Serra era a conoscenza di questi incontri, e aveva chiamato in causa il Partito Popolare spagnolo, ancora oggi composto da numerosi simpatizzanti del franchismo.

In Venezuela la guerra sucia contro il governo bolivariano prosegue senza sosta, ma viene spacciata come una rivolta legittima. In realtà, il Venezuela democratico si identifica con il processo bolivariano: sono i vendepatrias che, come la mafia cubano-americana di Miami agisce con Cuba, cercano di destabilizzare quotidianamente il loro paese.

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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