Ventimiglia, aspettando il 30 aprile
Due parole dopo la revoca dell’ordinanza Ioculano contro chi dà cibo ai migranti
di Angelo Maddalena
Il sindaco Enrico Ioculano ha revocato la sua ordinanza dell’agosto 2016 che vietava ai cittadini non autorizzati di offrire cibo ai migranti nella città di Ventimiglia. Faccio qualche osservazione ad ampio e a piccolo raggio.
Il sindaco dice che ha revocato l’ordinanza perché nel Centro di accoglienza del Parco Roja non potranno essere distribuiti più di 150 pasti al giorno; quando i pasti saranno 350 l’ordinanza tornerà in vigore. Io che ho seguito la vicenda nelle ultime settimane ho anche sentito che si era stabilito sarebbero stati forniti circa 350 pasti al giorno e deciso un punto della città dove alcune associazioni avrebbero potuto distribuire cibo ai migranti, oltre ai pasti “ufficiali” della Caritas e Croce Rossa. La cosa che mi ha colpito è questa: perché si parlava di 350 pasti al parco Roja qualche giorno fa e adesso solo di 150? Forse per giustificare la revoca dell’ordinanza senza darla vinta al… buon senso? Un’altra cosa mi colpisce: il sindaco era appena tornato da Madrid dove ha partecipato alla conferenza sulla pace e si è premurato a dire che la sua ordinanza non è stata “ideologica” ma dovuta appunto all’insufficienza dei pasti forniti dalla Croce rossa. E’ abbastanza probabile che Ioculano abbia ceduto dopo le pressioni parecchio imbarazzanti degli ultimi mesi: fra gli altri, un articolo di Livio Pepino sul quotidiano «il manifesto» in cui il giurista dichiarava contraria alla Costituzione italiana la famigerata ordinanza e poi l’appello – sottoscritto anche da don Ciotti – sulla prima pagina sempre de «il manifesto» per annunciare una manifestazione a Ventimiglia il 30 aprile contro la disumanità di certi provvedimenti; trovate dell’appello «PER LA SOLIDARIETÀ, CONTRO L’INTOLLERANZA» qui Ventimiglia: accoglienza e diritti dei migranti. In una conferenza a Ventimiglia, l’8 aprile. Ioculano diceva: «abbiamo voluto tutelare la convivenza di una comunità» ma con quale faccia tosta lo sostiene mentre ha criminalizzato la solidarietà di base e autogestita?
Tutto ciò, parliamoci chiaro, rientra nel contesto di una “sinistra” che ormai insegue sempre più la destra perdendo dignità, coraggio intellettuale e ovviamente consensi: una sinistra renziana (di cui Ioculano è ottimo esponente, non a caso si parla di spostarlo in Parlamento prossimamente) ma che viene da lontano – cfr Ventimiglia specchio di tendenze “sinistre”… come il D’Alema del ’99 – e adesso partorisce il decreto Minniti.
Questo sindaco non si capisce perché (banale strategia di marketing elettorale?) convoca conferenze sulla pace per discutere di frontiere o gestione dei migranti: una cosa penosa e imbarazzante, soprattutto quando si pensa a Giusi Nicolini, sindaca di Lampedusa, recentemente (e finalmente) insignita di un importante premio per l’accoglienza dei migranti. Considerando la presenza di Ioculano in vari consessi internazionali e la differenza abissale rispetto al sindaco di Lampedusa (con numeri di arrivi molto più alti) forse dovremmo dare il Nobel per la pace alla Nicolini. Per finire, occorre parlare di un’altra strategia del sindaco e dell’assessore alla Cultura di Ventimiglia, che consiste nell’ospitare spettacoli di buon livello nella stagione teatrale; fra le altre cose, sia l’anno scorso che quest’anno, due spettacoli sui migranti … e qui l’imbarazzo dell’assessore è stato palese.
Questa giunta è arrivata dopo quella Scullino sciolta per infiltrazioni mafiose. Per non affrontare le proprie responsabilità (un’ordinanza criminogena a esempio) ricorre al sempre verde escamotage: “però noi ci siamo presi la responsabilità di un Comune precedentemente sciolto per mafia” come se questo bastasse a santificare o a rendere eroici i nuovi amministratori. Viene il sospetto che non ci sia chissà quale novità in coalizioni e giunte di questo tipo se non «i sorrisi e belle facce» e «la morale sai qual è, che un principio forte non c’è» (sono parole tratte dalla mia canzone «Giovani assessori a futtiri cumpagnu», scusate se mi autocito). Siamo sempre nel campo triste di una sinistra…sinistrata!
A margine (il testo successivo l’ho già pubblicato nella mia pagina fb)
L’altro giorno sfogliavo il depliant di Amnesty international sulle violazioni dei diritti dei rifugiati e migranti: ieri sull’Espresso un servizio interessante sullo stesso argomento, con un articolo “piccolo” sul “diktat Minniti”: per chi ancora sostiene che bisogna distinguere i migranti economici dai richiedenti asilo: leggendo questi documenti mi sembra che siamo in alto mare… della vergogna: i migranti economici sono già espulsi, alcuni prima di arrivare, nei famosi Hotspot (Hotspot Italia si chiama il documento di Amnesty di cui sopra), e i richiedenti asilo in Italia sono spesso assurdamente e indegnamente rimandati indietro, un esempio fra tutti è quel vergognoso “rimpatrio” di 40 sudanesi dopo una “superficiale identificazione” (Amnesty di cui prima), quindi…. con Minniti, siamo a li Minniti! e speriamo che la lotta per dichiarare incostituzionale il diktat Minniti (approvato il 12 aprile) vada in porto!
L’IMMAGINE QUI SOPRA – scelta dalla redazione – è un ritratto inedito del sindaco, anzi no: è un murale di BLU