Verrà il primo marzo?
in uscita su “Come solidarietà” il 15 febbraio
I – Fuori gli extra-numeri
Visto che bisogna difendere «le italiche tradizioni», anche le più idiote, e lottare con ogni invasione (fosse pura quella del buon senso) extra-comunitaria, questa rubrica non userà i numeri detti arabi ma recupera quelli romani; restiamo in attesa che qualche verace celtico ci proponga un’alternativa più padana.
II – Scusate se mi sfogo e chiedo
In questa rubrica ogni mese mi affliggo e forse vi rattristo con l’Italia delle notizie pessime, sempre più frequenti come le censure e le balle (possibile traduzione: maroni). Mi chiedo se sia almeno un lavoro utile. Voi che leggete cosa ne pensate?
III – Però
Certo qualche notizia buona c’è sempre (vedi qui sotto la XIII, da Voghera). Nella vita come nelle librerie. Per esempio un sacco di gente sta comprando l’importante «Negri, froci, giudei & co» di Gianantonio Stella. Si è già esaurito (evviva) l’utilissimo «Lessico del razzismo democratico» di Giuseppe Faso ma Derive Approdi lo ristamperà al volo.
IV – Aspettando il primo marzo
Scrivo il XIX gennaio e dunque non so come si svilupperà la proposta per il primo marzo di uno sciopero generale (in Francia e in Italia) degli immigrati. Spero sia un successo clamoroso: fra l’altro costringerebbe alcune persone a slacciarsi il cervello e magari entrerebbero dentro idee invece di grugniti, urla, rutti sulla cosiddetta sicurezza.
V – Carrara
Do voce all’attivissimo (ma quasi sempre ignorato dai media) Gruppo EveryOne che il XIX dicembre ha informato sul clima «incivile e anti-democratico» a Carrara contro le minoranze etniche. Ecco qualche brano del comunicato: «La miccia è stata accesa dall’aggressione a mano armata perpetrata da un cittadino carrarese nei confronti di un giovane Rom della famiglia Halilovich, che vive nel campo del Lavello. (…) Alcuni membri della famiglia del ragazzo, accecati dalla rabbia, (…) hanno devastato un bar a colpi di spranga. Successivamente altri italiani danneggiavano un furgone della famiglia Rom. Subito dopo, gran parte della cittadinanza, accecata dall’odio razziale, non ha preso le distanze dal tentato omicida ma si è schierata al suo fianco, chiedendo l’espulsione di tutte le famiglie che vivono al Lavello. Responsabilmente le autorità non hanno arrestato per rissa i familiari della vittima, per evitare l’esacerbarsi delle tensioni fra carraresi e Rom. Lo scontro (…) ha rafforzato le posizioni del sindaco Angelo Zubbani, fautore dello smantellamento del campo Rom, senza alternative di alloggio né di sostegno sociale». Per ulteriori informazioni: info@everyonegroup.com oppure 334 8429527 (numeri arabi,va beh).
VI – Un dio fai-da-te
Particolarmente visibile fra Natale e Befana con contorno di pini, Magi, befane e babbi natali ridipinti di rosso dalla Coca-Cola, la strumentalizzazione religiosa dei leghisti (e non solo). Ecco una settimana-tipo: lunedì festeggiano il sole delle Alpi, martedì diventano cristiani, mercoledì bevono l’acqua (inquinata purtroppo) del “dio” Po, giovedì lodano Ratzinger, venerdì insultano il cardinal Tettamanzi, sabato santificano Alberto da Giussano, domenica con i lefevriani. Un ironico Fini ricorda: «il presepe è pieno di extra-comunitari». Di fronte al «White Christmas» di Coccaglio, la scrittrice Igiaba Scego propone invece (su «L’unità» del 14 dicembre) un «Natale a colori». Nella procura di Verona il “bambinello” è nero e scoppia la bagarre. Nessuno pare al corrente che alcuni credenti da tempo disegnino con un triangolo il volto di Gesù crocifisso a significare che la deità (e la sofferenza) non hanno etnia o colore.
VII – Black Spaghetto
«Sono italiano e ho la pelle nera. Un black italiano, come mi sono sentito dire al controllo dei passaporti dell’aeroporto di Boston da africane americane addette alla sicurezza. Ma voi avete idea di cosa significa essere italiano e avere la pelle nera nell’Italia del 2009?». Così comincia l’articolo di Pap Khouma, pubblicato in prima pagina su «Repubblica» il XII dicembre. Scandalo. Ma naturalmente c’è chi finge di indignarsi e magari gongola per il calvario raccontato. Il giorno dopo la ministra Carfagna si dice sotto choc (per le «rivelazioni»): capita, tornando dalla Luna.
VIII – Biella, dove scorre il Mississippi
Sempre il XII dicembre alcuni (pochi) giornali pubblicano una lettera accorata di Gianni Rinaldini, segretario Fiom. Si domanda perché interessi così poco l’omicidio di Ibrahim M’Bodj, XXXV anni, originario del Senegal, ucciso dal padrone perchè chiedeva la paga arretrata. Conclude così: «Sono passati XX anni dall’assassinio di Jerry Maslo (…) l’impressione è che si sia tornati indietro di secoli».
IX – Se la storia avesse tribunali
«In un tribunale dedicato ai crimini della politica, bisognerebbe far sfilare, di fronte al corpo di Ibrahim M’Bodj, i capi (Bossi che “ce l’ha duro” e l’uomo “con le palle”), i parlamentari che hanno votato per il reato di clandestinità e i giornalisti che li hanno appoggiati»: così il XIII dicembre Luigi Cancrini su «L’unità».
X – Bipartisan
Dicono i leghisti che «le sinistre» difendono (ma lo fanno ancora?) gli immigrati per carpire i loro voti futuri. Bah. Il XIII dicembre una lunga inchiesta su «Il sole-XXIV ore» documenta che la cosiddetta “seconda generazione” si schiera nel Pd ma anche nel Pdl. A firmare l’articolo Karima Moual. Interessante no?
XI – Orrore, una ricerca seria
A dicembre viene reso noto il XV rapporto (annuale) dell’Ismu sulle migrazioni: commossi quasi tutti i politici e i giornalisti osservano un miliardo di minuti di silenzio. Al riguardo si veda XX eccetera.
XII – «Ebrei vi cacceremo»
Raccontano i giornali del XV dicembre che a Roma alcuni commercianti insultano i colleghi «giudei».
XIII – Clandestini da non denunciare?
Racconta il «Corriere della sera» del XVI dicembre che una giudice di Voghera ha chiesto alla Corte costituzionale se abbia senso impedire a un clandestino di denunciare i suoi «sfruttatori». Voci di corridoio sostengono che in Parlamento molti abbiano freneticamente sfogliato il vocabolario cercando un strana parola che viene dopo «sfruscio» ma prima di «sfucatrice».
XIV – Minorenni
A metà dicembre «Save the Children» pubblica il dossier sui minori stranieri che arrivano in Italia non accompagnati, insomma soli.
XV- Maggiorenni
Finisce in manette (per corruzione) il XVI dicembre Gianni Prosperini, assessore regionale in Lombardia, leghista e auto-proclamato «difensore della cristianità»: era in Italia ma in compagnia, perciò «Save the children» non si occuperà di lui. Ha superato i 18 anni anche il questore di Roma che vieta una marcia (circa 500 metri) per ricordare Sher Khan, un immigrato, leader di molte lotte, morto di freddo.
XVI – Rimosso
Dicono alcuni giornali del XVIII dicembre che Michele Lepri, prefetto di Venezia, sia stato rimosso perchè sui rom non aveva obbedito alla Lega ma preteso di rispettare le leggi.
XVII – 7 lettere, comincia per R
Una lunga inchiesta di Antonio Mangano (su «il manifesto» del XVIII dicembre) racconta di immigrati che vivono tra amianto e rifiuti, vicini all’inceneritore, sfruttati e in emergenza sanitaria. Accade in un luogo della Calabria: il nome inizia per R e termina per O…. Indovinato? Si parlerà molto di «R…..o» a gennaio e molto si diranno sorpresi di quel che è accaduto. Come forse qualcuno sa («Come» ne ha già parlato) Antonello Mangano ha da poco pubblicato un libro, «Gli africani salveranno Rosario (e probabilmente l’Italia)» che può essere liberamente scaricato dal sito www.terrelibere.org; e davvero merita di esser letto.
XVIII – Se Brescia si sposta sul Mississippi
Un leghista pentito e i marocchini che difendono la Costituzione (italiana): quel che ha mostrato ad «Anno zero», Formigli lo racconta il XIX dicembre su «Il fatto quotidiano». Lo stesso giorno su «Il secolo» la direttora Flavia Perina sottoscrive le tesi di «Anno zero» (e di quei marocchini) cioè che in certi paesotti bresciani si stia facendo a pezzi la Costituzione.
XIX – Il buio oltre la siepe
Quasi solo nelle cronache bolognesi, e neanche in tutte, si può leggere (il XIX dicembre) che la violenza «del furgone» («stuprata per VI ore da III stranieri») era del tutto inventata.
XX – Tacendo confermano
A dicembre viene resa noto la ricerca dell’«Osservatorio sui media della Carta di Roma», ovvero il protocollo che dovrebbe vigilare affinché i giornalisti non discriminino. La ricerca conferma che di immigrati si parla quasi solo in nera. In un impeto di commozione (proprio come per il rapporto Ismu sopra citato) i giornalisti osservano un miliardo di minuti di totale silenzio. A proposito ma come si scrive un miliardo in numeri romani?
XXI – Fogne
«Morto due volte: sul lavoro e in tribunale». Nelle pagine bolognesi de «L’unità», il XX dicembre Giuseppe Chimisso racconta di Reuf Islamaj, muratore albanese “irregolare” crepato il XXI marzo del MMII mentre lavorava per dotare l’università di fogne migliori: dopo VII anni i suoi familiari sono “risarciti” con neanche XXmila euro.
XXII – L’altra Brescia
Buone notizie il XXI dicembre da Brescia dove la Cgil mette in campo iniziative giuridiche e sociali per contrastare ordinanze di Comuni della provincia. Secondo il sindacato è razzismo istituzionale come l’ordinanza di Trenzano che impone l’italiano in luoghi aperti al pubblico. Cgil e Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione) ricorrono presso il tribunale civile sul caso di Castel Mella dove un bando per borse e assegni di studio è riservato ai cittadini italiani anziché a tutti i residenti. Nel mirino del sindacato è finita anche l’amministrazione di Montichiari, dove vengono richiesti dai vigili documenti, non previsti dalle leggi nazionali sull’immigrazione, come partita Iva per i lavoratori autonomi e cedole Inps. Altre vertenze potrebbero presto aprirsi a Villa Carcina, Ghedi, Roccafranca, Gavardo. Ma alcune battaglie legali la Cgil le ha già vinte. L’avvocato Alberto Guariso ricorda la vicenda di During Kennedy ( <http://index.php/?/content/view/13627/218/>), un liberiano rifugiato politico.
XXIII – Non solo Brescia
Il Comune di Sant’Antimo (Napoli) tagli l’erogazione dell’acqua a 70 immigratoùi regolari. Un regalo natalizio?
XXIV – Ssst
Qualche giornalista impiccione (Guglielmo Ragozzino su «il manifesto» del XXIII dicembre) commenta la sezione sulle migrazioni nell’annuale rapporto dell’Onu sullo sviluppo. Ma sono cose da farsi? Non bastano «La Padania» e «Il giornale»?
XXV – Meno sette
Su «Il fatto» del XXIII dicembre («Una notte con i clochard. Preferiscono rischiare la morte che la galera») Michele De Gennaro spiega che «molti evitano gli aiuti: temono l’arresto perché clandestini (…) eppure il termometro recita: meno VII gradi”.
XXVI – L’anno finisce…
… con le destre che annunciano invasioni islamiche e attaccano le procure “amiche dei clandestini” e poi dibattiti fasulli sulla cittadinanza, cori razzisti, aggressioni e altre schifezze mentre poche e pochi tentano di ragionare, informare, capire. Termina come era cominciato. E il MMX inizia imitando il precedente. L’anno scorso diedero fuoco (per scherzo) a Navtej Singh Sudh a Nettuno e si salvò a stento; dopo 12 mesi si salva Marino Scarpa, bruciato a Venezia ma muore Youssuf Errahali, buttato in una fontana a Napoli (sempre per gioco, è ovvio). Ma si può peggiorare ancora e infatti arriva Rosarno.
XXVII – Tute le feste porta via
«Si avvisa che quest’anno Gesù Bambino resterà senza regali: i Magi non arriveranno perché respinti alla frontiera con altri immigrati». E’ scritto su un cartello nel presepe della Cattedrale di Agrigento alla vigilia dell’Epifania. L’iniziativa è del direttore Caritas con l’imprimatur dell’arcivescovo.
XXVIII – Non indurre in t-r-entazione
Non siamo al sicuro se a spazzare gli uffici c’è una islamica: lo dice la Lega a Trento.
XXIX – Rosarno in breve
Se si dovesse sintetizzare la complessa e drammatica vicenda di Rosarno in VI parole potrebbero essere queste: «via i neri, restano le cosche».
XXX – Rosarno in una vignetta
Una striscia di Ellekappa (su «La repubblica», XI gennaio). Il primo personaggio dice: «la rivolta degli immigrati contro la mafia». Il secondo risponde: «Uno di quei lavori che gli italiani non vogliono più fare».
XXXI – Rosarno, la fine
«Ora gli emigranti sono trasformati in nomadi» inizia così l’ultimo capitolo del romanzo «Furore» (scritto settanta anni fa) di John Steinbeck, premio Nobel per la letteratura. E finisce con le parole:«serpeggia il furore, e fermenta». Aldo Vincent ne propone la lettura come commento a Rosarno e ha ben ragione di farlo; se non avete sottomano il romanzo andate su http://www.giornalismi.info/aldovincent .
XXXII – Razzisti noi?
Un duro articolo di Giulia Galeotti sull’«Osservatore romano» ricorda i semi del razzismo in Italia. Ne dà notizia anche il «Corsera» del XII gennaio (a pag X) ma (a pag XIV) Giovanni Belardelli esprime i suoi dubbi. Peccato che a Natale nessuno gli abbia regalato l’ultimo libro del suo collega Gianantonio Stella.
XXXIII – Orrore-bis, un’altra ricerca seria
Come già esemplificato qui sopra, molti media azzerano o riducono al minimo notizie e commenti su studi che contraddicono l’isteria galoppante. Capita (fra le eccezioni il «Corsera» del XIV gennaio) anche col «Rapporto sulla sicurezza» della Fondazione Unipolis.
XXXIV – L’Italia li respinge…
…«la Libia li tortura»: è il titolo di un dossier (su «L’unità» del XVII gennaio) che bisognerebbe leggere. Così, per sapere di cosa stiamo parlando. Sugli orrori dei campi di detenzione libici Palazzo Chigi è informata dal III marzo MMIV. Erano distratti, chissà.
XXXV – Un sogno solo privato?
Mentre chiudo questa rubrica, a Roma Shukri Said (attrice di origine somala) da XI giorni fa lo sciopero della fame per protestare contro la burocrazia e il razzismo che rovinano la vita anche agli immigrati definiti regolari. Ho fatto un sogno: che cento persone – politici, vescovi, intellettuali, calciatori e falegnami – tutte “native doc” digiunavano con lei. Fino alla vittoria.
10 e 1 – Numeri arabi
Articolo 10 (lo scrivo in numeri arabi) della Costituzione: rileggiamolo ogni tanto perché sempre da lì si riparte. Per gli immigrati e per noi stessi. Magari il 1 (numeri arabi anche qui) marzo lo sciopero nazionale degli immigrati riesce e contagia anche i nativi. Sogni, coraggio, solidarietà, intelligenza e organizzazione: un buon quintetto per cambiar musica.
Notizie sparite, notizie sparate. Certezze, mezze verità, bufale, voci. Questa rubrica di Daniele Barbieri prova, a ritmo mensile sulla rivista “Come solidarietà”, a recuperare e/o commentare quel che i media tacciono e/o pompano (oppure rendono incomprensibile, con il semplice quanto antico trucco di de-contestualizzarlo) su migranti, razzismi e dintorni..