«Viaggio attraverso Utopia» di Maria Luisa Berneri

La recensione di Chiara Gazzola e la presentazione del libro


Le edizioni Malamente e Tabor, con il contributo dell’Associazione Amici dell’Archivio Famiglia Berneri–A. Chessa, a luglio ‘22 hanno ripubblicato la fondamentale opera di Maria Luisa Berneri «Viaggio attraverso Utopia». La
precedente edizione italiana del 1981, curata dal Movimento Anarchico Italiano e dall’Archivio Famiglia Berneri di Pistoia con traduzione di Andrea Chersi, già includeva la prefazione di George Woodcock e una nota di Vernon Richards. L’attuale ristampa è arricchita dalle introduzioni di L ewis Mumford (tradotta dalla edizione spagnola del ‘62) e di Antonio Senta, curatore del volume e autore anche di una stimolante postfazione nella quale sintetizza le principali riflessioni scaturite, nel corso dei decenni, sui temi proposti dalla ricerca dell’autrice e dalle progettualità autogestionarie che ne sono derivate.
M. L. Berneri nasce ad Arezzo nel 1918 e muore a Londra a 31 anni nel 1949 a causa di un’infezione che la colpisce dopo il parto.
Journey through Utopia esce nel 1950 a Londra, senza che l’autrice ne possa vedere la pubblicazione.
La sua è una vita breve e intensa: esiliata a causa del fascismo, come i genitori Giovanna Caleffi e Camillo Berneri e la sorella Giliana, visse prima a Parigi e poi a Londra dove dedicò ogni energia allo studio, alla militanza, al giornalismo e alla fotografia, a fianco del suo compagno V. Richards oltre che di importanti esponenti della cultura e dell’azione antiautoritaria libertaria, tra cui G. Woodcock, C. Ward e G. Orwell.
Nei suoi scritti si occupa di antimilitarismo, sottolineando come non possa essere disgiunto dalla lotta contro ogni totalitarismo: posizione – non condivisa da tutto il movimento anarchico dell’epoca – che rende le sue riflessioni incisive, attuali e anticipatrici della critica a quanti sostengono la necessità di accettare la logica del “male minore” nonostante sia storicamente provato come non possa produrre alcuna emancipazione.
M. Luisa approfondisce anche la tematica pedagogica, esprimendo la volontà di dar vita a progetti educativi libertari: sarà sua madre Giovanna a realizzarne il proposito, a Piano di Sorrento dal 1951 al ‘57 e a Marina di Massa all’inizio degli anni ’60, attraverso l’esperienza delle Colonie, soggiorni estivi dedicati all’infanzia e all’adolescenza.
«Viaggio attraverso Utopia» è un’analisi approfondita delle opere, letterarie e saggistiche, orientate all’elaborazione di società ideali; da Platone a Moro, da Campanella a Rabelais, da Morris a Huxley ecc. le utopie, in chiave propositiva o paradossale, rispecchiano una sorta di “perfezione” che è in realtà la visione soggettiva di ogni autore. E proprio da questo assunto M. L. Berneri intuisce come la peggiore distopia si collochi all’interno di progetti precostituiti: per essere realizzati non possono che prevedere codici rigidi e assenza di libertà individuale.
«Le utopie sono state spesso progetti di società che funzionavano meccanicamente, strutture morte concepite da economisti, politicanti e moralisti; ma essi sono anche stati i sogni viventi di poeti». Pone infatti risalto su aspetti positivi in grado di migliorare l’esistenza di quelle ipotetiche comunità: ad esempio l’abolizione di denaro e proprietà privata, anche se spesso riservata a un élite e quindi priva di diritti egualitari.
Lo sguardo antologico dell’autrice è compenetrato dalla sua visione critica: «la maggioranza delle utopie ammette le guerre come parte inevitabile del loro sistema, come in verità dev’essere, in quanto l’esistenza di uno Stato nazionale dà sempre luogo a guerre».
E, a chiusura della sua introduzione chiarisce: «Le utopie antiautoritarie sono meno numerose ed esercitano una minore influenza che le altre, perché non presentano un piano preconfezionato, bensì idee audaci, non ortodosse; perché esigono da ognuno di noi di essere unico e non uno tra gli altri. Quando l’utopia punta a una vita ideale senza diventare un progetto, cioè una macchina senza vita applicata alla materia vivente, diventa realmente la realizzazione del progresso».
Il termine utopia da un lato rimanda all’impossibilità di realizzazione, dall’altro a opportunità di esplorazione di mezzi concreti affinché il fine dell’uguaglianza sociale possa sempre più avvicinarsi. Utopia quindi come tensione verso l’attuazione di un’idealità che, avversando uniformità e ideologismo, si pone orizzonti di libertà mai pienamente raggiungibili in quanto non vi può essere libertà se non attraverso un dialogo con le contraddizioni insite in ogni convivenza sociale. Ne deriva un percorso, un cammino di amalgama fra prospettive e soluzioni tangibili ma mai risolutive.
Nelle riflessioni di M. L. Berneri emerge la necessità di un’immaginazione che diventi molla creativa per il superamento di ogni cultura della sopraffazione, all’interno dei rapporti sociali e delle relazioni personali. In questo senso ogni sperimentazione dovrà saper respirare e assaporare le inevitabili conflittualità, purché sappia evolversi in scambio culturale grazie alla consapevolezza che ogni crescita è volontà di riconoscimento e superamento delle difficoltà. Per destrutturare le fondamenta del dominio non è sufficiente abbatterne il costrutto sociale, bisogna scalfire le basi dei suoi assetti simbolici affinché non possano riprodursi: questa la sfida!
Chiara Gazzola (per la rivista «Sicilia Libertaria»)

Viaggio attraverso Utopia – Maria Luisa Berneri

16,00 €

In collaborazione con Edizioni Tabor, Valle di Susa

“La stessa utopia ha tanti cerchi e bolge quanti il Paradiso e l’Inferno che Dante ha percorso con la guida di Virgilio. E Maria Luisa Berneri è la guida migliore per entrare in questa dimensione alternativa […]In qualità di vecchio ricercatore sulle utopie ho una speciale predilezione per questa opera perché essa è lo studio più completo e penetrante su questo territorio ideale che io conosca, in qualsiasi lingua”. (Lewis Mumford)

Viaggio attraverso Utopia
Maria Luisa Berneri
A cura di Antonio Senta
Traduzione dall’inglese di Andrea Chersi

La nostra è un’epoca di compromessi, di mezze misure, di male minore. I visionari vengon derisi o disprezzati e «gli uomini pratici» governano la nostra vita. Non cerchiamo più soluzioni radicali ai mali della società, ma miglioramenti; non cerchiamo più di abolire la guerra, ma di evitarla per un periodo di qualche anno; non cerchiamo di abolire il crimine, ma ci accontentiamo di riforme penali; non tentiamo di abolire la fame, ma fondiamo organizzazioni mondiali di carità. In un’epoca in cui l’uomo è tanto attirato da ciò che è realizzabile e suscettibile di immediata realizzazione, potrebbe essere salutare esercizio rivolgerci agli uomini che han sognato Utopie, che hanno respinto tutto ciò che non corrispondeva al loro ideale di perfezione. Spesso ci sentiamo umili quando leggiamo di questi Stati e di queste città ideali, perché comprendiamo la modestia delle nostre rivendicazioni e la limitatezza della nostra fantasia. (Maria Luisa Berneri)

Pubblicato con il contributo dell’Associazione Amici dell’Archivio Famiglia Berneri-Aurelio Chessa.

 

Indice dell’opera

Maria Luisa Berneri: una vita attraverso l’utopia
Antonio Senta

Nota
Vernon Richards

Prefazione alla prima edizione in lingua inglese
George Woodcock

Prefazione all’edizione in lingua spagnola
Lewis Mumford

Introduzione

1. Utopie dell’antichità

1.1 Platone, Repubblica
1.2 Plutarco, Vita di Licurgo
1.3 Aristofane

2. Utopie del Rinascimento

2.1 Moro, Utopia
2.2 Campanella, La città del Sole
2.3 Andreä, Christianopolis
2.4 Bacone, Nuova Atlantide
2.5 Rabelais, L’abbazia di Thélème

3. Utopie della Rivoluzione inglese

3.1 Winstanley, La legge della libertà

4. Utopie dell’Illuminismo

4.1 De Foigny, Una nuova scoperta della Terra incognita Australis
4.2 Diderot, Supplemento al Viaggio di Bougainville

5. Utopie del XIX secolo

5.1 Cabet, Viaggio a Icaria
5.2 Lytton, La razza futura
5.3 Bellamy, Guardando indietro
5.4 Morris, Notizie da nessun luogo
5.5 Richter, Immagini del futuro socialista

6. Utopie moderne

6.1 Hertzka, Terralibera; Wells, Una moderna Utopia e Uomini come Dei; Zamyatin, Noi; Huxley, Mondo nuovo
6.2 Utopia del vagabondo

Bibliografia

Postfazione

L’immaginario sovversivo. Il ruolo dell’utopia nell’anarchismo
Antonio Senta

 

Redazione
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Un commento

  • CLAUDIO MAZZOLANI

    Grazie Chiara.
    Una UTOPIA costruita a tavolino non è più una UTOPIA, diventa una strada già segnata da percorrere. Non è più PARTECIPAZIONE DIRETTA. Anche fosse un progetto perfetto, in automatico, è da rifiutare.
    Annullerebbe tutto quanto può esserci di buono in un percorso di partecipazione condivisa.
    La strada dobbiamo farla tutti assieme e costruirla metro dopo metro, anche ritornando indietro e ammettere errori.
    La VERITÀ non esiste.
    Ne è conferma le migliaia di ipotesi che la fantascienza ha sfornato.

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