Visavì 16-20 ottobre 2024
SUSANNA SINIGAGLIA
ArtistiAssociati
presenta
Visavì 16-20 ottobre 2024
Gorizia Dance Festival 5a edizione
Gorizia-Nova Goriça
Premessa
Mentre gli altri anni arrivavo la sera del primo giorno e andavo via il pomeriggio dell’ultimo, quest’anno ho voluto concedermi una full immersion. Così sono arrivata a Gorizia il 15 sera e ne sono ripartita il primo pomeriggio del 21.
Per questa ragione, avendo assistito a molti spettacoli – da due a tre al giorno – ho deciso di suddivederne le recensioni in vari articoli separati: sarà un resoconto a puntate.
Primo giorno
Il festival sta crescendo e ogni anno vede la partecipazione di nuove compagnie, che mi hanno particolarmente colpito nella presente edizione per la loro freschezza e originalità.
Il primo spettacolo è quello ormai tradizionalmente rivolto ai bambini delle elementari, che arrivano in teatro chiassosi e allegri, accompagnati dalle maestre, il mattino del 16.
Il titolo è Melodia di Francesco Gandi e Davide Venturini ed è dedicato all’austriaco Robert Stolz, uno dei più grandi compositori di musica da operetta/valzer. Interpretata da Běla Dobiášová e Valentina Conso, la performance cattura la curiosità dei piccoli sin dall’inizio, quando sul palco appaiono come su un tapis roulant le immagini della camera da letto del piccolo Robert, precedute dal disegno del titolo in lettere corsive e di un omino su una bicicletta d’altri tempi.
Le due performer danzano leggere su questi disegni interrompendosi, di tanto in tanto, per dare spazio a una voce narrante fuori scena; la voce evoca le vicende del musicista dall’infanzia ai successi dell’età adulta, seguendolo nei suoi tanti itinerari intorno al mondo. Le interruzioni hanno lo scopo d’invitare sul palco alcuni piccoli spettatori, scelti a caso, a giocare con le danzatrici sui temi appena esposti. Ogni volta che il racconto s’interrompe si vedono sventolare tante braccine alzate di chi spera di essere fra gli “eletti”; una scena che si accompagna inevitabilmente con la delusione degli esclusi e la felicità di chi sale sul palco.
I piccoli se la cavano benissimo, saltellando di volta in volta su tastiere che compaiono inseguendosi sul pavimento del palco o interpretando gattini che strisciano felinamente o sfilando in parata imitando i gesti suggeriti dalle danzatrici. E alla fine lo spettacolo si conclude con una specie di invasione sul palco dei bambini, sempre selezionati però dalle danzatrici, e con grande entusiasmo di tutti i presenti.
Breve nota critica: per i piccoli da invitare sul palco, avrei proposto un criterio qualsiasi (prima i bambini della terza fila a destra, per esempio, o qualunque altro), in modo che anche la scelta rientrasse nel gioco e i bambini sapessero che avveniva secondo regole condivise, non attraverso la selezione un po’ arbitraria degli adulti (le due danzatrici).
Una particolarità del Visavì consiste nella varietà dei luoghi in cui si svolgono gli spettacoli. Melodia è stato rappresentato al Kulturni Center, un po’ lontano dal centro città, affacciato su un bel viale alberato (dal viale, per inciso, si scorge anche un’altra delle strutture che ospiteranno le varie performance, il Palazzo Coronini Cronberg).
Così il pomeriggio ci si sposta al Kulturni Dom dove il pubblico assiste a uno spettacolo di Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi, All’arme.
Avevo visto per la prima volta i due artisti durante la prima edizione del Premio Hermès Danza, alla Triennale di Milano. Vi avevano presentato AeReA, un lavoro di ricerca intorno al potere simbolico dell’oggetto bandiera e all’arte antica dello sbandieramento. In All’arme di cui sono gli autori, ma interpretato da una compagnia di sole ragazze – lo Studio za suvremeni ples SSP (Croazia) –, la ricerca di Panzetti e Ticconi si estende alla militarizzazione della società, al sottile crinale che separa difesa e offesa ormai troppo spesso scavalcato nei nostri “democratici” paesi occidentali. La performance ricorre al ritmo e al passo marziale che scandiscono le marce militari, ripetuti a tratti in modo quasi ossessivo.
Si crea così uno strano contrasto, fra le giovani performer dai corpi semiadolescenziali e il soggetto rappresentato a ricordarci, fra l’altro, come le guerre siano spesso combattute da soldatesse e soldati anch’essi su un crinale, quello fra adolescenza ed età adulta.
La giornata si chiude a Nova Goriça, città gemella di Gorizia e altra sede della manifestazione, all’SNG Teatro Nazionale Sloveno.
Sul palco il sindaco della città e Walter Mramor, direttore artistico del festival, aprono ufficialmente il festival.
Segue lo spettacolo Pupo di Sofia Nappi della compagnia KOMOCO e prodotto da Sosta Palmizi; un lavoro corale e appassionato. La coreografia inaugura la serie, cui si assisterà nei giorni successivi, di giovani compagnie affiatatissime in grado di trascinare il pubblico con una forza espressiva travolgente.
Il titolo allude al “bambino” piccolo ma anche al pupo dei “pupi siciliani”, le marionette di antica tradizione cui può appartenere anche Pinocchio, figura alla quale pare ispirarsi la coreografa. E infatti a un certo punto compaiono sul viso dei danzatori maschere neutre che alludono a un personaggio non del tutto umano, a un suo sembiante.
Forse potremmo trovarci un’allusione alle maschere che a volte si indossano per nascondersi, che si tolgono e mettono secondo le circostanze. O ancora, al burattino che alberga sempre in noi e a volte rispunta in modo inaspettato mostrandoci in pubblico, nostro malgrado, con la nostra faccia migliore o peggiore ma sempre per farci uno sberleffo.