Visavì 16-20 ottobre 2024 – Gorizia Dance Festival 5a edizione – Terzo giorno

SUSANNA SINIGAGLIA
ArtistiAssociati
presenta

Visavì 16-20 ottobre 2024

Gorizia Dance Festival 5a edizione

Gorizia-Nova Goriça
Terzo giorno

 

Il terzo giorno non si è aperto con il migliore degli auspici: pioveva a dirotto e per un disguido logistico, non sono riuscita a raggiungere il Castello di Gorizia dove si è svolta la conferenza stampa di ArtistiAssociati per presentare Go!2025, il programma previsto per il prossimo anno quando Gorizia, insieme a Nova Goriça, sarà la citta della cultura europea. Ne pubblico qui di seguito alcune immagini che mi ha gentilmente inoltrato l’Ufficio stampa di ArtistiAssociati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In compenso il pomeriggio, anche con un tempo più clemente, ho raggiunto il Palazzo Coronini Cronberg sempre a Gorizia, cui ho accennato nella recensione sugli spettacoli del primo giorno[1], per vedere la performance HOW TO… just another bolero di Emanuele Rosa e Maria Focaraccio, i componenti della compagnia Em+.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella lussuosa Sala centrale del palazzo, carponi su un tappeto, la coppia inizia un curioso duetto sulle note del celeberrimo Bolero di Ravel.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il duetto è fatto di sfioramenti, contatti-carezze compiute con ogni parte del corpo, quasi un annusarsi reciproco per conoscersi con tutti i sensi: assomigliano più ad animali che a esseri umani. Incalzati dalle note in crescendo del Bolero, ricordano le movenze dei felini quando si avvicinano e si allontanano cauti durante un incontro casuale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le luci puntate sui due performer proiettano le loro ombre su una parete della sala, ingigantendone le figure che dal mio punto di vista – seduta a terra – mi sembrano già

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

maestose al naturale. Per conoscersi assumono le posizioni più svariate attorcigliandosi negli amplessi, capovolgendosi, cavalcandosi e scavalcandosi in un turbinoso gioco di contact improvisation, come se non riuscissero mai veramente a prendere le misure l’una dell’altro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E infine dopo “averle provate tutte”, si allontanano in direzioni diverse con un’ombra di delusione sul viso.

Segue la visita guidata al palazzo a cura della dott.ssa Giada Corvaglia.

Il palazzo è stato abitato fino al 1990 dal conte Guglielmo Coronini Cronberg, ultimogenito di una delle più antiche famiglie nobili di Gorizia. Circondato dal suo parco ottocentesco, racchiude l’essenza stessa dello spirito mitteleuropeo[2].

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi hanno colpito alcuni oggetti in particolare, come un recipiente di ceramica con coperchio, nascosto discretamente in un vano della parete dietro una porta, che serviva da wc quando ancora non esistevano le toilette; o un manichino senza testa che indossa il completo da sera appartenuto al fratello maggiore del conte Guglielmo, noto come grande libertino.

Una curiosità: all’uscita del palazzo ho incontrato casualmente Emanuele Rosa, che ho riconosciuto a stento. Mentre mi era sembrato infatti una specie di colosso nella performance appena vista, si presentava come una persona di taglia media e dalle dimensioni non certo vistose. Ci ha raggiunto nel frattempo anche Maria Focaraccio che, incredibilmente, è una giovane donna molto piccola e minuta. Sono questi i miracoli del teatro o, in ogni caso, della rappresentazione intensa dal vivo!

Ci si è poi spostati a Nova Goriça dove era in programma, allo Slovensko Narodno Gledališče (SNG), lo spettacolo Staubkinder della compagnia tedesca di Toula Limnaios.

Staubkinder significa “bambini di polvere” e allude al presente oscuro in cui ci troviamo persi, senza sapere verso dove siamo diretti ma nello stesso tempo resi inquieti da minacciosi segnali/presagi. In una intervista, Tula Limnaios afferma che mai l’umanità si è trovata di fronte a un futuro tanto incerto.

I performer indossano tute scure con macchie bianche allusive della polvere di cui siamo fatti rendendoci fragili, pronti a sgretolarci se il vento soffiasse troppo forte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E sembra che la metafora colga bene nel segno viste le devastazioni provocate dagli eventi che hanno colpito e colpiscono molte parti del mondo. La compagnia esprime con grande intensità lo smarrimento di trovarsi in una terra incognita.

La comparsa di un angelo dalle grandi ali bianche mi ricorda l’Angelus Novus di Paul Klee cui Walter Benjamin, affascinato e impressionato dall’opera, aveva dedicato uno dei suoi numerosi saggi, Angelus Novus appunto. Così scrive il filosofo:

C’è un quadro di Klee che si intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. […][…] Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto.

Nella performance l’angelo volta le spalle al pubblico. Si erge su un cumulo di danzatori a terra, un cumulo di corpi senza vita. Che poi si ridestano e scrutano il loro destino fra le pieghe di un possibile futuro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il lavoro è molto connotato perciò dall’appartenenza di Tula Limnaios alla cultura tedesca e gli conferisce la forma originale che lo contraddistingue.

Si legge nel libretto di sala del festival: “cie. toula limnaios è un ensemble di danza contemporanea fondato nel 1996 da Toula Limnaios e Ralf R. Ollertz. Propone circa 60-70 spettacoli l’anno e produce costantemente un lavoro d’ensemble di qualità, che la rende oggi una delle compagnie di danza contemporanea di maggior successo e ambasciatrice della scena della danza tedesca per il Goethe Institute e il Ministero degli affari esteri. L’ensemble si distingue per la sua danza vigile, critica e audace, attenta all’umanità, fatta da e per le persone”.

Parafrasando il testo di Walter Benjamin, si potrebbe dire che anche Gorizia, in un certa misura, volta le spalle al futuro per recuperare non un passato “che accumula senza tregua rovine su rovine”, ma un passato illustre di città collocata nella Mittleuropa di cui sente ancora la nostalgia, animata dall’intenso desiderio di riappropriarsene.

Con i suoi edifici medievali, ville e palazzetti rinascimentali, sei-settecenteschi, ottocenteschi e in stile liberty, i suoi ampi parchi e viali alberati rivestiti dei colori autunnali, Gorizia appare come una signora un po’ sfiorita ma che lascia ancora trapelare la sua antica bellezza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E con il prossimo anno, quando insieme a Nova Goriça sarà la capitale della cultura europea, probabilmente ritroverà il posto che le spetta.

 

[1] Vedi “La Bottega del Barbieri” del 28.10.2024

[2] Per una visita guidata virtuale del palazzo e del suo parco, vedi www.coronini.it.

Susanna Sinigaglia
Non mi piace molto parlare in prima persona; dire “io sono”, “io faccio” questo e quello ecc. ma per accontentare gli amici-compagni della Bottega, mi piego.
Quindi , sono nata ad Ancona e amo il mare ma sto a Milano da tutta una vita e non so se abiterei da qualsiasi altra parte. M’impegno su vari fronti (la questione Israele-Palestina con tutte le sue ricadute, ma anche per la difesa dell’ambiente); lavoro da anni a un progetto di scrittura e a uno artistico con successi alterni. È la passione per la ricerca che ha nutrito i miei progetti.

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