VIVA IL LIBERO MERCATO!
(Roba del Pabuda…)
bancarelle, tendoni,
banchi,
banchetti, furgoni,
lenzuoli e relativi
mercanti ambulanti
devon sbaraccare
il tempo è scaduto
per il mercato di strada:
dopo l’una e mezza
può scapparci una multa,
un verbale,
o un cartellino rosso
fatale.
ma due s’attardano
ancora:
uno stagionato piccoletto
e uno più giovane,
assai più grosso.
il primo
non sta fermo un attimo:
gesticola con garbo
per indicare i capi rimasti
sull’appendiabiti industriale
semovente,
ha capelli neri dritti in testa –
come da manuale orientale –,
e occhi a mandorla
un po’ miopi:
due fessure cigliate
più misteriose del solito.
e sorridendo continuamente
moltiplica sul viso
rughe cinesi sempre più profonde:
commercia caldo vestiario.
quello grosso
ha le spalle larghe
e due gambe solide come
colonne del tempio di Khonsu.
son sicuro di conoscerlo:
son suo cliente
al negozio di frutta e verdura
inaugurato di recente
(una coraggiosa joint-venture
egiziano-bangla
abbastanza promettente)
il giovanottone ortofrutticolo
promette di scucire
da cinquanta un bel bigliettone
per far man bassa su tutto
l’avanzato campionario.
io non me ne intendo
di mercanteggiamento
per capire se sta facendo
lo spaccone –
come ogni novello
imprenditore –
o se la sparata fa parte
della tecnica (o galateo)
del tira e molla mercantile
o se ha in animo –
al prossimo giro al paese natale –
di rivestire tutta la famiglia
regalando generosamente
abbigliamento sino-italico
invernale.
però registro che:
per la loro trattativa
fuori tempo massimo,
telegrafica, sbrigativa,
hanno preso in prestito
la mia lingua madre:
abbastanza
complicato linguaggio
di derivazione latina
che m’ha messo al mondo
e mi ci ha fatto stare.
la storpiano efficacemente
per i loro scopi mercantili
e son contento
l’abbiano presa e la usino
alla loro maniera:
prima o poi – loro
o i loro discendenti –
me la restituiranno
molto più ricca:
insaporita, speziata
condita –
corretta e rafforzata –
con nuovi
e utilissimi ingredienti,
neologismi, modi di dire,
cantilene e accenti.
..
(nell’immagine la copertina del disco suggerito per accompagnare questa lettura)
Si
quella musica è proprio sua
e poi…
sempre di musica si tratta
o idioma musicalmente arricchito.
Grazie.
Sarina
Belllooooooo l’abbinamento sembra di esserci. Sembra uno di quei vecchi racconti su radio3. Complimenti