Vivamente consigliato a dickiane/i (o aspiranti)
db ha finalmente letto «L’oscuro scrutare di Philip K, Dick» di Gabriele Frasca
PREMESSA PER “NOVELLINE/I”
Se raramente passate di qua probabilmente non avete notato che il Marte-dì in “bottega” ci sono 2/3 post dalle parti del fantastico (con particolare predilizione per la fantascienza) e che Philip Kindred Dick – d’ora in poi PKD – è molto amato da me e da altre/i. Del resto io scrivo usando pkdick@fastmail.it e qualcosa significherà. Ora i casi sono due: se la buona fantascienza vi piace …ok andate avanti a leggere codesto post; se invece di science fiction siete digiune/i vi sconsiglio di continuare: prima innamoratevi di PKD e poi tornate qui.
GRAZIE MAURO
Questa parte potete saltarla se non vi interessano i “ringraziamenti” ma io devo cantare un osanna a Mauro (amico e per qualche tempo mio “capo” al lavoro) per aver scovato uno dei libri su Dick che non conoscevo cioè «L’oscuro scrutare di Philip K, Dick» e avermelo regalato. Sospetto dalla dedica – che non vi svelerò – e da altri particolari che Mauro lo abbia anche letto, ben capito e forse che lui stesso sia (sotto pseudonimo) Gabriele Frasca e/o PKD oppure che lo sia stato/sia in qualche universo parallelo. Su questo potrò essere più preciso quando – in un altro piano temporale – scriverò «L’oscuro scrutare di Mauro».
ED ECCOCI AL LIBRO
Gabriele Frasca è una specie di incrocio fra Pico Della Mirandola e Leonardo: scrive, insegna all’università, si occupa (con sapienza e studio) di quasi tutto ed è anche il traduttore del romanzo «L’oscuro scrutare» cioè A Scanner Darkly di PKD. Chi meglio di lui dunque poteva scrivere -per Meltemi, nel 2007 – «L’oscuro scrutare di Philip K Dick»? Oltretutto Frasca ha tre grandi qualità. La prima potrebbe sembrare ovvia: conosce (e ama) PKD nonchè tutto quello – è mooooolto – che serve per entrare nel suo universo cioè nei suoi molti mondi. Seconda qualità: Frasca mostra qui la capacità di non rendere “palloso” il piacevole: io trovo che sia una qualità rara, anzi rarissima fra gli “accademici”(*). Terza super-dote: fin dall’inizio (splendido) del suo libro Frasca inserisce il suo bel ragionare in una struttura narrativa dickiana: insomma questo è un documentatissimo saggio ma sembra quasi di leggere un bel romanzo. Scusate se è poco.
NON POSSO RIASSUMERE…
… e del resto chi mi conosce sa che raramente racconto le “trame”; qui poi c’è una complessità che poco si presta alla sintesi. Posso però d-i-s-o-r-d-i-n-t-a-m-e-n-t-e accennare a 4 /5 suggestioni, passaggi, illuminazioni che ho incontrato.
Anche noi – come PKD – dobbiamo fare i conti con il paradosso EPR (Einstein, Podolsky, Rosen). E poi: «la Storia, sia chiaro, è solo la carota di ghiaccio dove si fissano, per il tempo di uno sguardo, di uno sguardo del personaggio, i micropoteri che… ». In PKD c’è «una continua dialettica fra il world of change, diciamo pure il mondo apparente […] e un permanent land scape, un paesaggio latente che […] può prima trasparire e poi essere disvelato». Ah, la questione dei rotoli del Mar Morto è molto più complicata di quel che vi direbbero Wikipedia e/o i teologi. E anche su Esseni e Gnostici bisogna (dickianamente) approfondire.
Già che ci siamo: avete le idee chiare su Hugh Everett? E sulla «scimmia di Dio»? E su quel che davvero accadeva nel 1962? Sui simulacri? Sullo stalinismo-integralismo che cova nell’inconscio dei militari statunitensi? E su perchè Orson Welles nel 1946 girò «The Stranger»? E cosa sapete sulle droghe “vecchie” e nuovissime, le protagoniste assolute del romanzo «Un oscuro scrutare» ma anche di altri testi dickiani?
CONTROINDICAZIONI? FORSE UNA
Il capitolo finale (sull’ultimo Dick, «ambiguamente convertito dalla sua stessa visione del febbraio-marzo 1974») farà litigare dickiane/i… che per altro già sono divisi in schiere angeliche e/o diaboliche, Io mi schiero con Frasca però mi piacerebbe (senza fretta) sentire altre voci: a partire magari da – in ordine alfabetico – Bianca, Fabrizio, Fiorella, Francesco, Gianfilippo, Giuliano, Mauro… Orsù litighiamo.
MI FERMO
Spero di avervi convinto che chi ama Dick deve avere questo libro.
(*) Puntualizzo: accademici italiani, perchè solo quelli un po’ conosco. Ma quando, anni fa, il mio “socio” Riccardo Mancini intervistò alcuni “dotti” angloamericani, proprio a proposito di PKD, mi giurò che erano di una pallosità e di una tristezza insopportabili.
Ci tornerò su ma intanto qui https://www.labottegadelbarbieri.org/philip-dick-esegesi-12/ ho già fatto alcune considerazioni sul libro di Frasca.