VOGLIO ESSERE UN SEDIZIOSO
di Benigno Moi
Si potrà pensarla come si vuole sulla questione catalana oggi, ma su una cosa mi pare ci siano pochi dubbi: dal punto di vista degli strumenti politici utilizzati della forma stessa della democrazia, i catalani stanno dando una lezione alla Spagna e all’intera Europa. Europa che, però, sembra proprio non voler imparare la lezione, e manco capirla.
La determinazione e la resistenza non violenta che ha caratterizzato tutte le fasi della ”crisi” catalana, dal voto al referendum alle oceaniche manifestazioni di piazza, anche dopo la destituzione del governo catalano e l’arresto dei ministri (!); il tentativo, ancora in corso, di Puigdemont e di altri quattro ministri catalani di coinvolgere le istituzioni comunitarie; la volontà di accettare la sfida delle elezioni del dicembre prossimo, tutto indica una capacità di fare “politica” che acquista ancora più limpidezza a fronte di istituzioni spagnole che applicano repressione poliziesca e giudiziaria; di stampa acritica e forze politiche europee terrorizzate, e prone di fronte a uno degli attacchi alle regole democratiche più gravi della storia europea recente.
La stampa italiana va oltre il ridicolo continuando a definire “fuggiaschi” Puigdemont e gli altri quattro ministri, ancora oggi, dopo che gli stessi si sono presentati all’autorità giudiziaria belga. Dimenticando che i cittadini europei (ancora e almeno loro) possono muoversi liberamente per buona parte del continente, senza dover avvisare chicchessia.
Ridicole, drammaticamente ridicole, appaiono le accuse della magistratura madrilena, nella loro gravità e nel loro “sapore di antico”.
Ecco, confesso che alcune di queste accuse esercitano un “fascino romantico” d’altri tempi: SEDIZIONE, DISUBBIDIENZA.
E allora sì, anch’io VOGLIO ESSERE SEDIZIOSO!