Voltaire o dell’Illuminismo
di Fabrizio Melodia
Buon compleanno a Voltaire, al secolo Francois Marie Arouet, nato a Parigi il 21 novembre 1694. Proprio l’anno delle gloriosa rivoluzione in Inghilterra che portò all’ instaurazione della monarchia costituzionale: sarebbe tanto piaciuta a Voltaire da ispirargli buona parte del suo pensiero, sino a farlo diventare un campione della tolleranza, un profeta del deismo e uno strenuo fustigatore del Vecchio Regime.
Il nostro filosofo non ebbe un’infanzia facile, perdendo la madre a sette anni. Allevato dal padre, con in quale avrà sempre un rapporto conflittuale, il giovane Arouet frequentò un rinomato collegio gesuita, dimostrando notevole talento per le materie umanistiche. Questo non impedì al padre di farlo studiare per avvocato, ma fu una parentesi brevissima. Il giovane Arouet cominciò a scrivere e a presentarsi ai salotti “nobiliari” dove si distinse per l’intelligenza vivissima e la sapiente ironia.
Sono di quei primi periodi i suoi scritti satirici e dissacranti, che lo renderanno inviso alla nobiltà e infatti un signorotto locale lo fece picchiare dai servi, brigando per farlo prima imprigionare e successivamente condannare all’esilio in Inghilterra.
Fu quello il periodo in cui Voltaire assunse il suo pseudonimo, però non vi sono certezze sul motivo e la genesi. Sta di fatto che il soggiorno in Inghilterra, dal 1726 al 1729, fu davvero fertile. Il giovane Voltaire ebbe modo di conoscere la letteratura locale, in particolare un certo Shakespeare, ancora poco conosciuto nel resto d’ Europa. Inoltre apprezzò Alexander Pope, Jonathan Swift, Robert Walpole e il filosofo George Berkeley di idee nettamente illuministe.
Voltaire ebbe modo di toccare con mano la libertà religiosa e di parola data ai cittadini ma soprattutto i limiti imposti al potere del re. un provvedimento a dir poco alieno rispetto alla monarchia assoluta francese, dove lo Stato si identificava nettamente con la figura del sovrano.
Di ritorno dall’esilio, Voltaire raccolse impressioni e riflessioni del suo soggiorno obbligato nelle famose «Lettere filosofiche» pubblicate nel 1734, che gli procurarono nuovi scontri con la monarchia assoluta. Si nascose nel castello di una nobildonna con cui si intrattenne amorosamente e dove iniziò una fervida produzione di svariati testi – letterari, teatrali, filosofici – qmentre sviluppava la sua ammirazione per Isaac Newton (sepolto nella cattedrale di Westminster nonostante fosse stato giudicato eretico dalla Chiesa).
Dal 1749 al 1752, Voltaire si trasferì dal sovrano Federico II di Prussia, che ammirava talmente tanto il filosofo da volerlo assolutamente come suo consigliere personale. Purtroppo le cose non andarono bene e l’amicizia si ruppe, portando Voltaire a rifugiarsi dapprima in Svizzera, poi di nuovo in Francia, a Ferney.
In quegli anni fu totale il suo coinvolgimento nel movimento dell’Illuminismo: collaborò alla stesura della monumentale Enciclopedia mentre si dedicava a nuovi libri, dando alla luce «Micromega» (1752), «Saggio sui costumi e sullo spirito delle nazioni» (1756), «Candido o dell’ottimismo» (1759), «Trattato sulla tolleranza» (1763).
Dopo una assenza di quasi 30 anni, Voltaire tornò a Parigi raccogliendo onori e gloria, tranne che dal clero e dal re. La morte lo colse nel 1778, probabilmente per un cancro alla prostata.
Il suo nome resterà per sempre legato all’ Illuminismo francese, di cui sarà una delle colonne portanti, al pari di Montesquieu, Locke, D’ Alembert, Diderot, Rousseau (con il quale intratterrà rapporti dialettici molto accesi), D’Holbach e Du Chatelet. Sarà sempre un deista convinto: “credeva” in una religione basata sulla sola ragione, nella contemplazione dell’ordine dell’universo. Il male del mondo è una condizione naturale per tutti ma siamo chiamati a impegnarci per rendere la condizione umana più sopportabile.
Voltaire rivoluzionò anche il concetto di Storia umana e di storiografia, guidandoci verso gli elementi che compongono la struttura dello Stato e delle sue istituzioni ma anche indagando il sostrato letterario, artistico e filosofico sulle narrazioni di re o eserciti.
Sarà un forte promulgatore della tolleranza, pur con qualche contraddizione. Scrisse nel Trattato sulla Tolleranza: «Siamo tutti impastati di debolezze e errori: perdoniamoci reciprocamente le nostre sciocchezze, è la prima legge di natura… Chiunque perseguiti un altro suo fratello, perché non è della sua opinione, è un mostro». Si schierò in modo duro e aperto contro la tortura e la pena di morte.
Il suo pensiero laico, razionalista e scettico influenzerà molti importanti esponenti della vita politica, a iniziare dai rivoluzionari americani Benjamin Franklin e Thomas Jefferson e da quelli francesi (in un certo modo anche Robespierre) ma avrà un peso notevole anche su Cesare Beccaria, su Karl Marx e su Friedrich Nietzsche.
In conclusione, una curiosità: la frase «Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo» che spesso gli viene attribuita in realtà NON è sua, ma appartiene a Evelyne Beatrice Hall, che ricostruì la vita e le opere di Voltaire. Di sicuro sarebbe piaciuta al filosofo che soffriva molto per l’intolleranza del suo tempo, arrivando a dedicare una giornata di lutto (e di conta dei morti) per le persecuzioni religiose il 24 agosto, ovvero la famigerata notte di San Bartolomeo del 1572, in cui la fazione cattolica fece strage dei calvinisti parigini.
Per approfondire:
– Andrea Calzolari, Introduzione al Candido, Oscar Mondadori, 1988.
– Paolo Alatri, “Voltaire e la società del suo tempo”, in Voltaire, Diderot e il “partito filosofico“, D’Anna, 1965.
– Furio Diaz, Voltaire storico, Einaudi, 1958
– Debora Sacco, Voltaire – La politica come azione, Mimesis, 2021.
MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.
Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.