Watson, Campbell, Sheckley…
… e altre cose che si vedono o vedranno in cielo (o su Urania)
In edicola ho preso «Creatura di fuoco» dell’inglese Ian Watson: 236 pagine per 4,90 euri, traduzione di Marina Visentin (l’originale «The Fire Worm» era del 1988). A chiudere questo numero 1599 il ritratto d’autore e un gran bel dossier di Fabio Feminò su cyborg e dintorni.
Se siete appassionati di tvp (terapia sulle vite precedenti) insomma di reincarnazione è il libro che fa per voi. In tutti gli altri casi ci andrei cauto. Fra vermi e terapie, in una storia scritta sotto l’ossessione dell’Aids, con un occhio a Raimondo Lullo (sì, il mistico e filosofo del 1200) ci sono pagine che si leggono con piacere ma il romanzo non decolla.
Capita a Watson. «A volte obiettivamente ardua nella sua complessità» hanno scritto, con ragione, della sua narrativa. Tempo fa in blog parlando (con rispetto) del suo «I giardini della delizia» lo ringraziavo per averci ricordato che Hieronymus Bosch era uno scri(pi)ttore di fantascienza ma poi confessavo che Watson spesso sfianca. Più riuscito «Gli dei invisibili di Marte» che Urania ha tradotto pochi mesi fa. Insomma uno scrittore discontinuo dove le molte idee e il gusto della provocazione non sempre si traducono in vere trame. Dal mio punto di vista il peccato più grave di Watson resta l’aver contribuito alla sceneggiatura di «A.I. intelligenza artificiale», una schifezza cosmica firmata Steven Spielberg.
Uno sguardo sugli Urania annunciati. Fra poco sbarca in edicola l’horror «La progenie» firmato da Guillermo Del Toro e Chuk Hogan; nulla ne so e forse meglio così. Sempre a ottobre Collezione Urania ripropone, con il titolo «Luna d’inverno», romanzi brevi e racconti di John Campbell: non poteva mancare «La cosa da un altro mondo», la sua storia più famosa (e variamente filmata); non era un maestro di scrittura Campbell ma le idee non gli mancavano, vedremo quanto le sue storie abbiano retto al peso del tempo.
Meglio novembre comunque. Arriva il romanzo italiano vincitore del premio Urania (2011) ovvero «L’uomo a un grado Kelvin» di Piero Schiavo Campo: la presentazione invoglia a comprarlo. E nella collana Millemondi si annuncia un’antologia di Sua Maestà Acido Muriatico ovvero Robert Sheckley: sotto il lungo titolo «AAA asso decontaminazioni interplanetarie & altri racconti» troverete un mucchio di storie che è bene conoscere. Non sempre Sheckley era cattivo (e bravo) quanto io avrei voluto ma anche quando faceva il simpatico, scriveva svogliatamente, riempiva pagine solo per pagare le bollette…. era comunque meglio del 97 per cento dei suoi colleghi.
Anch’io penso che Watson sia molto discontinuo.
per il resto tu invogli a comprare tutto. Bisognerebbe vivere in un mondo diverso.
Per ora ci limitiamo a sognarlo.
letto Watson, comparto il classicone del maestro Sheck, che si fa, a ‘sto punto compriamo pure il vincitore del premio Urania, no?
secondo me sì, non è un capolavoro ma una lettura piacevole sì
e a noi le piacevoli letture di fantascienza piacciono molto 🙂