Yerka, artista a tutto tondo – 3
di Mauro Antonio Miglieruolo
Continua l’esposizione delle finestre aperte da Jacek Yerka sulle infinite possibili varianti del reale. Non varianti quasiasi. Le più poetiche e fascinose. Il mondo di Yerka è un mondo di serene avventure, dell’intelletto e della fantasia. Antidoto perenne alle disavventure che, grazie a coloro che ci guidano verso il baratro, riserva la vita quotidiana.
Bello averlo in casa, appeso a una parete del salotto. Bello anche viverci. Entrare dentro il quadro e ascoltare il perenne gorgoglio della fontana. A patto di trovarsi in un mondo ideale d’eterna primavera, senza venti e senza freddi notturni.
L’immaginazione dell’autore sembra bloccata fra una sorta di eterno medioevo e il primo Novecento; quasi che dopo non ci sia stato nulla. Solo conflitto promosso dal revanchismo delle classi dominanti. Noi forse possiamo immaginare altro. Ma coloro che hanno subìto la spaventosa controrivoluzione della borghesia russa, i burocrati del partito che detenevano collettivamente il capitale (tipo società per azioni dell’Occidente) ebbene costoro, qualunque sia l’opzione intellettuale, nel segreto dell’inconscio hanno creato una specie di vuoto che è difficile colmare. Non certo nelle condizioni successive al crollo dell’URSS, quando si è passati da un capitalismo privato collettivo a un capitalismo privato individuale. Il nulla della speranza in ambedue i casi. Con in più le solite delizie: distruzione delle provvidenze sociali e annullamento del potere residuo dei lavoratori.
Tema amato da Yerka. Angoli della casa della nonna dei quali ha conservato il ricordo. Fra il sogno e il rimpianto.
Occorerebbe la competenza di uno psicologo per commentare il senso dei tanti strani accostamenti. Ci contenteremo, io almeno mi contento, di coglierne le suggestioni. Siamo in una favola, comportiamoci dunque con la compostezza e la dignità che la circostanza richiede.
Piccolissimi particolari fanno la differenza con una tavola quasi uguale pubblicata sabato scorso. Tavola apparecchiata per gli appetiti delle macchine che ci sostituiranno.
“Ognuno sta solo sul cuor della terra” consumato dal fuoco delle passioni. Lontano riecheggia un suono di campana. I fossati prosciugheranno. I Signori senza più difesa. Ed è subito giorno.
Foresta calligrafica. Ognuno ne pensi quello che vuole: l’immagine però è notevole.
Non occorrono parole. Potrei solo diminuire.
Non sono in grado di commentare. Solo ammirare.
La prima puntata è qui: Yerka, artista a tutto tondo – 1. E qui la seconda Yerka, artista a tutto tondo – 2
CONTINUA SABATO PROSSIMO