Basta morti sul lavoro
Carlo Soricelli, metalmeccanico in pensione, è il fondatore dell’Osservatorio nazionale di Bologna – Morti sul lavoro, il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro. Una sua riflessione a seguito delle ultime stragi sul lavoro.
di Carlo Soricelli (*)
Una strage di giovani e vecchi sul lavoro, tutti vittime del sistema che la politica ha creato in questi ultimi 20 anni anni a spese di chi lavora: tutti complici, senza distinzione partitica aver reso il lavoro un inferno.
Davvero raccapricciante vedere la composizione dei morti sul lavoro in questi ultimi 4 giorni: 5 di questi hanno 25, 23, 22, 22, 22 quattro dei dici hanno 76, 64, 64,63 solo uno ha 57 anni .
Poi vedi che un imprenditore scrive che quelli che si fanno male (aggiungo io e che muoiono) nelle cave sono dei deficienti (il riferimento è all’inchiesta di Report sul marmo a Carrara e al fuorionda choc sugli infortuni nelle cave: «Qui lavorano poco e se si fanno male è perché sono deficienti. Mi dispiace dirlo, ma è colpa loro»)
La dice lunga su cosa pensano queste belle persone.
Guerra del lavoro la nuova Resistenza
Quello delle morti sul lavoro è un tema molto delicato. In Italia se ne parla spesso, ma sono ancora tante le aziende che non dedicano la giusta attenzione e non investono nella sicurezza sul lavoro… Spero che nei prossimi anni la medicina del lavoro diventi sempre più centrale, con la prevenzione e la formazione dei lavoratori si può fare la differenza!
Casteldaccia: uccisi dall’ idrogeno solforato.
Sono veleni che vengono inalati.
Fatti scendere senza ” maschere” protettive. Sono le affermazioni dei vigili del fuoco intervenuti.
Per molti anni, nel corso del tempo addietro, sono stato RLS – Rappresentante lavoratori sicurezza, – e nella struttura nazionale – in una grande azienda italiana delle Telecomunicazioni.
Le attivita’ lavorative prevedevano anche interventi nel sottosuolo – nelle varie fattispecie – .
In diversi casi lavoratori, senza protezioni, ci rimisero la vita.
Poi, grazie a grandi lotte sindacali e scioperi ( …..gli eventuali crumiri venivano gentilmente allontanati ) si impose la protezione della vita dei lavoratori, e nel caso specifico in oggetto, tra l’ altro l’ uso di apposite maschere protettive e del cosiddetto ” esplosimetro”, per verificare la presenza di gas venefici nel sottosuolo prima che i lavoratori di ” imbucassero”.
La situazione complessiva miglioro’ in maniera molto importante.
Oggi, considerato l’ evento mortale di Casteldaccia, si e’ tornato indietro di alcuni decenni.
Di chi la colpa?